Brescia, come agiva di notte la banda dei tre

Due tunisini e un senegalese sono stati trovati in un casolare abbandonato. Nei loro confronti contestati almeno dodici episodi di rapine, anche violenti.

(red.) Erano in un casolare abbandonato tra la fermata della stazione della metropolitana San Polo Parco e la questura di Brescia, nello stesso quartiere periferico, i due tunisini e il senegalese che nei giorni precedenti a sabato 17 marzo sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile, sezione Criminalità Diffusa Straniera, della città. L’operazione “Notte Nera” è stata presentata solo venerdì 16 dopo che è arrivata la convalida dei fermi verso il trio. Tutti irregolari in Italia, senza fissa dimora e con precedenti per reati contro il patrimonio. Secondo le forze dell’ordine, sono loro gli autori di almeno dodici episodi che vengono contestati per le rapine, nella maggior parte dei casi anche violente, commesse sulle loro vittime di notte e sfruttando le strade vuote e buie.

Nel loro mirino finivano quanti tornavano da una serata nei locali, ma anche chi all’alba andava al lavoro. Le indagini delle forze dell’ordine hanno portato anche a scoprire che gli stessi malviventi, se le loro vittime si ribellavano, alzavano le mani o usavano oggetti contundenti per minacciarli. Oppure ritornavano dalle stesse prede se il bottino che avevano intascato, soprattutto cellulari e denaro, non era molto cospicuo. Negli ultimi tempi agivano sempre con più violenza nei confronti delle loro vittime e così si sono mossi nell’arco di un mese e mezzo nel centro cittadino. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Donato Greco, si sono rivelate complicate proprio perché i tre non avevano una residenza fissa cui fare affidamento.

La Squadra Mobile ha anche voluto ricostruire alcuni di questi episodi di violenza. Per esempio, quello del 12 marzo in cui un panettiere ha riportato la frattura di due costole mentre, all’alba, si è imbattuto nei tre in via Cipro quando stava per consegnare le brioche nei bar della zona. O ancora prima, il 6 marzo, quando di notte in corsetto Sant’Agata, a due passi da palazzo Loggia, un cinese era stato rapinato e colpito al fianco con un cacciavite per poi essere aiutato da un amico. A “contribuire” alle indagini sono state anche le telecamere di sorveglianza sparse per la città e nel momento in cui alle vittime venivano forniti gli identikit dei sospettati.

Si è così anche scoperto che uno dei tre era già stato a Brescia, poi inviato in un centro di identificazione ed espulsione, ma scaduti i termini della permanenza era di nuovo rientrato all’ombra della Loggia. All’interno del casolare abbandonato in cui il trio è stato trovato e arrestato, gli autori stavano pianificando di lasciare Brescia e uno di loro ha anche cercato inutilmente di fuggire in quel momento. Addosso avevano ancora la refurtiva degli episodi, tra 1.000 euro, cellulari e un coltello. Ora la gang è stata sgominata.

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