Arresto banda furti dopo intesa tra Brescia e Vercelli

Il "palo", un uomo di stazza e con un ciuffo bianco si è fatto riconoscere nelle immagini riprese dopo i blitz di domenica 21 gennaio in corso Palestro.

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(red.) La Polizia di Stato di Brescia ha spiegato, in una nota, come si è arrivati all’arresto di tre di quattro componenti di una banda dedita ai furti in appartamenti, meglio se di lusso. E in questo senso è stata decisiva la collaborazione con la Squadra Mobile di Vercelli. Si deve tornare indietro a domenica 21 gennaio in corso Palestro, a Brescia, nel pieno centro storico, quando il gruppo criminale è entrato in azione. Prima, però, come ogni volta, faceva una telefonata alle utenze fisse per capire se nei vari appartamenti ci fossero i residenti. Di fronte al suono continuo e senza che nessuno rispondesse, hanno capito di poter compiere il blitz.

Così facendo, uno è rimasto all’esterno a fare da “palo” e gli altri hanno raggiunto gli appartamenti. Erano dotati di chiavi “bulgare” con le quali erano in grado di aprire anche le porte blindate. Quindi, sono entrati in tre appartamenti di un palazzo rubando soldi e gioielli per 50 mila euro ciascuno in due residenze e monete pregiate di qualche centinaio di euro in un’altra. Poi, dopo una segnalazione, erano intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia del Carmine, ma la banda era già fuggita. In seguito la Squadra Mobile ha indagato acquisendo le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza di un negozio vicino e inserite in una banca dati accessibile alle forze dell’ordine del nord Italia.

E ha risposto la Questura di Vercelli perché negli scatti era riconoscibile il “palo”, un uomo di grossa stazza e con un ciuffo bianco di capelli. Era lo stesso che in passato aveva condotto con la banda una rapina nel paese piemontese e notato anche durante un controllo. Si è poi scoperto che il gruppo criminale usava auto prese a noleggio, cellulari dedicati all’attività e sistemi per evitare gli allarmi. In manette sono così finiti tre di loro, tutti dell’Est Europa – uno della Russia e due della Repubblica Ceca – di cui uno già destinatario di un’ordinanza di carcerazione per resistenza a pubblico ufficiale nel 2014 con condanna a 7 mesi di reclusione. Ora a Brescia le indagini continuano per verificare il coinvolgimento della banda in altre rapine.

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