Bande di ragazzini mettono Brescia sotto scacco

Giovedì sera terza aggressione in un mese in piazza Tebaldo. Problemi anche al parco Venturini, Sanpolino, Freccia Rossa e stazione. Preoccupazione.

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(red.) Piazza Tebaldo Brusato, parco e zone circostanti di Sanpolino, centro commerciale Freccia Rossa, parco Venturini e stazione ferroviaria. Queste zone di Brescia definiscono un’area in cui sembra sia in azione una banda di ragazzini che opera soprattutto le sere dei fine settimana, tra venerdì e sabato. Di piazza Tebaldo avevamo già scritto a proposito di una rissa in cui lo stesso gruppo di ragazzini prende di mira altri coetanei, ma non solo, rubando loro anche cellulari, portafogli e giubbotti. E’ successo di nuovo, stavolta, visto il “ponte” dell’Immacolata, nella serata di giovedì 7 dicembre. Qui un 20enne è rimasto ferito per opera della banda, mentre altri due 16enni avevano subito lo stesso destino a novembre.

Una situazione, riportata da Bresciaoggi, che mette preoccupazione tra le famiglie, tenendo anche conto che la piazza ospita il comando provinciale dei carabinieri e quindi dovrebbe essere una delle zone più sicure. Si è verificato che il meccanismo è sempre lo stesso. La gang non raggiunge la vicina piazza Arnaldo per timore di imbattersi negli adulti, ma si ferma in Tebaldo. Poi quando un ragazzo è da solo o con alcuni amici, lo raggiungono, lo provocano e scatta la violenza, anche con rapina. E ora i genitori delle vittime chiedono più forze dell’ordine a controllare. Ma non è solo qui che la scena va in azione.

Succede anche al parco Venturini e al Freccia Rossa, nonostante le zone siano più monitorate. Nell’area dello scalo ferroviario, invece, sembra esserci più libertà e i guai hanno colpito anche a diversi chilometri di distanza, a Sanpolino. Qui vari ragazzini si sono divertiti a danneggiare i giochi in un parco, ma anche a lanciare petardi tra garage e auto e a inveire contro coetanei e residenti. Ma la polizia locale e i carabinieri, che hanno annunciato più pattuglie, anche in borghese, smorzano l’allarme e non parlano di emergenza. Bensì di episodi sporadici che coinvolgono ragazzini, tra l’altro già identificati come soggetti tra i 12 e 14 anni. Tuttavia, si continua ad aver paura, anche nel caso di ritorsioni e minacce se si dovessero denunciare i comportamenti. Proprio la denuncia è quanto chiedono le forze dell’ordine da parte di chi assiste a casi del genere.

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