Caso Lorandi, “sappiamo chi ha ucciso Clara“

Il legale del condannato e che ha fatto riaprire il processo, dice di sapere chi possa essere stato a commettere il delitto della donna. "Era nelle carte".

(red.) Ha scosso l’opinione pubblica bresciana la riapertura del caso Lorandi. Si tratta dell’omicidio della moglie Clara Bugna che nel 2007 venne trovata senza vita nella camera da letto e con la cintura dell’accappatoio legata al collo. Per quel delitto nello stesso anno il marito Bruno Lorandi, attualmente 68enne e marmista di Nuvolera, venne arrestato, poi condannato all’ergastolo e con pena definitiva nel 2009. Attualmente l’uomo, che era anche finito in manette, ma poi assolto, per la morte del figlio Cristian trovato senza vita sul monte Maddalena nel 1986, è detenuto nel carcere di Montorio a Verona.

Ma nel caso della vicenda della morte della moglie, il condannato ha ottenuto la revisione del processo che inizierà l’1 marzo alla Corte d’Appello di Venezia. E ci sarebbe di più, perché il legale dell’uomo, l’avvocato Gabriele Magno che è anche presidente dell’associazione nazionale delle vittime da errori giudiziari, saprebbe anche chi avrebbe ucciso la donna. L’intera vicenda giudiziaria di cui scrive il Giornale di Brescia e che ha portato a questo clamoroso sviluppo, era partita nel 2014 quando Bruno Lorandi, dal carcere di Alessandria, aveva scritto al Presidente della Repubblica e al Papa per chiedere qualche appoggio nella sua battaglia in quanto si è sempre detto innocente.

Il suo appello è stato accolto dal legale che ha esaminato le carte dell’inchiesta che hanno portato alla condanna. Secondo lo stesso avvocato, un’altra persona, probabilmente un uomo, avrebbe potuto accedere senza difficoltà alla casa della donna e avrebbe anche avuto un movente per operare l’omicidio. Infatti, sulla porta d’ingresso non era stato trovato alcun segno di effrazione e che faceva pensare proprio al marito Lorandi come autore. Dall’attività investigativa, secondo il legale, una persona iscritta tra i nomi non sarebbe mai stata controllata e nemmeno interrogata. Tutto questo nuovo materiale di presunte prove ha fatto riaprire il caso, portando Lorandi a firmare in estate una denuncia. A questo punto quel fascicolo sarà rivisto e si potrebbe procedere con l’analisi di alcune impronte, da confrontare poi con la persona che viene ritenuta il vero omicida di Clara Bugna. Si attendono nuovi sviluppi.

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