Omicidio Bettoni, si indaga su eventuali complici

Gli inquirenti ritengono che qualcuno possa aver aiutato Lamberto Lombrici nel disfarsi del cadavere. Sabato è prevista l'autopsia sul corpo della vittima.

(red.) Sabato 5 agosto il medico legale eseguirà l’autopsia sul corpo di Guido Bettoni, il 37enne bresciano trovato morto prima dell’alba di mercoledì 2 agosto sotto centimetri di terra in una buca tra le campagne di Ghedi, nel bresciano. L’assassino reo confesso è il 42enne Lamberto Lombrici che attualmente si trova nel carcere di Canton Mombello e dove rimarrà dopo che il giudice ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Sandro Raimondi di non farlo uscire. Il rischio era quello della fuga.

Gli sviluppi dell’indagine hanno portato a trovare il coltello usato dall’omicida per i fendenti, circa quindici, contro la sua vittima nella casa dello stesso Bettoni in via Benacense a Brescia. L’arma era in un cassonetto vicino a un campeggio a Manerba del Garda, dove la madre del 42enne omicida era in villeggiatura. Al momento non sono stati trovati i vestiti sporchi di sangue dell’assassino, così come resta il “giallo” sulle buste di cocaina vuote trovate nell’abitazione teatro del delitto. 

I ruoli, ricostruiti dalle forze dell’ordine ma in attesa di conferma o smentita, attribuiscono a Bettoni quello di pusher e all’amico quello di acquirente e braccio destro nello spaccio sul territorio. Ma gli investigatori stanno lavorando anche su altri elementi. Per esempio, se Lombrici abbia agito con un complice nel momento in cui si è disfatto del cadavere del 37enne. Forse ha richiesto l’aiuto per scavare la buca oppure per avere un palo ad avvisarlo nel caso passasse qualcuno, anche se in una zona abbandonata.

Di certo c’è che l’omicida si è mosso per 24 ore, quel venerdì 28 luglio, con il corpo senza vita dell’amico nel bagagliaio della sua auto. Attendendo i risultati dell’autopsia che daranno certezze sulla dinamica della morte e sull’orario, sono stati sequestrati i cellulari dell’omicida e della vittima, la vettura e due cantine della casa di via Benacense. Dai telefoni sono stati anche prelevati diversi contatti noti nel campo della droga a Brescia.

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