Sara Capoferri, tutti gli ultimi aggiornamenti

Venerdì si è tornati a setacciare la cava Gatti, vicino al Laghetto di Berlingo, ma senza risultato. I cani molecolari hanno controllato anche Gussago.

(red.) Quella di venerdì 3 marzo è stata un’altra giornata di ricerche, andate ancora a vuoto, per Sara Capoferri. A metà mattina i sommozzatori dei vigili del fuoco sono tornati alla cava Gatti di Berlingo, accanto al Laghetto dei Cigni, per immergersi e approfondire i controlli sul bacino d’acqua. Ma come la prima volta, nel momento in cui a poca distanza era stata trovata l’auto bruciata della donna, non è stata rinvenuta alcuna traccia. Nel frattempo, il vasto schieramento di forze dell’ordine e soccorsi che stanno lavorando da dieci giorni, da quella sera di martedì 21 febbraio, i cani molecolari sono stati impiegati anche a Gussago. Nel paese bresciano, infatti, un testimone ha rivelato ai carabinieri di aver incrociato la donna di Sarnico, ma residente con il compagno e la figlia a San Pancrazio di Palazzolo, domenica 26 sera. Cioé cinque giorni dopo la denuncia di scomparsa.

I cani si sono mossi tra via IV Novembre e Casaglio, intorno a un locale, mentre i militari hanno acquisito le immagini delle telecamere della zona. Ma non è emerso alcun riferimento. E così la mappa dei paesi in cui testimoni dicono di aver visto la 37enne si allarga. Prima Iseo, dove la donna era con gli amici quella sera, poi a Passirano e a Berlingo dove avrebbe parcheggiato lungo la strada verso Maclodio e aiutata da un passante a causa di una gomma bucata. La vettura era stata poi trovata bruciata due giorni dopo, giovedì. Proprio a Berlingo un anziano in bicicletta dice di aver notato la donna mercoledì mattina intorno alle 8,30 accanto alla vettura e sembrava spaventata.

Dal punto di vista delle indagini, anche gli amici di quella sera vengono sentiti dagli inquirenti, ma nessuno ha fornito dettagli. Nel frattempo la sorella sui social network chiede di cercare un amico di Ospitaletto con cui la donna sarebbe stata quella sera al locale “Le Plaisir”. Insomma, si punta su tutti gli elementi possibili, anche sulle immagini delle telecamere concesse dai Comuni su tutte le zone in cui la donna potrebbe essere finita. E di fronte ai dieci giorni trascorsi, la famiglia della 37enne teme il peggio.

A questo si aggiunge il fatto che la donna potrebbe aver avuto con sé una discreta somma di denaro, ma non tale per una fuga volontaria. Mentre è ormai noto che Sara Capoferri, come ha rivelato la madre in tv, si era già allontanata più volte, ma era rientrata nell’arco di due giorni. In più, aveva tentato il suicidio un paio di volte. Ora la figlia 16enne, il compagno e i genitori l’attendono trepidanti. Resta aperta l’inchiesta del sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia per scomparsa di persona.

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