Aggressione Ghedi, banda già in azione nella Bassa

Altri due tentativi di furto sventati a Manerbio dai carabinieri di Leno. In un caso con un'auto speronata. L'assessore lombardo Beccalossi dal prefetto.

(red.) I carabinieri della compagnia di Verolanuova, che stanno indagando sulla tentata rapina in villa con aggressione a Ghedi, nel bresciano, seguono una pista particolare. Cioé la banda di tre stranieri che ha colpito il padrone di casa Giancarlo Scalvini e il figlio Francesco, ora in coma, potrebbe essere la stessa che ha già compiuto altri furti o tentati nella bassa bresciana. Nel frattempo, la sezione investigazioni scientifiche ha raccolto alcune impronte all’interno della villa e le ha inserite nel database.

Quindi, identificare i malviventi potrebbe essere questione di poco tempo. Mentre è stato predisposto un piano per controllare frontiere, aeroporti e ogni zona per evitare che la banda possa scappare dall’Italia. A proposito dei precedenti, nei giorni vicini all’aggressione altri criminali avevano cercato di rubare in due case a Manerbio, tanto che in una delle abitazioni c’erano persino due bambini. In entrambi i casi i malviventi erano riusciti a fuggire in auto dopo l’arrivo dei carabinieri e in una circostanza avevano persino speronato una vettura dei militari.

Si continua a cercare la Bmw chiara con cui i ladri sono scappati dall’aggressione di Ghedi in attesa di dare buone notizie, dal punto di vista delle indagini, al sostituto procuratore Mauro Leo Tenaglia. Intanto, giovedì l’assessore lombardo al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi ha incontrato il prefetto di Brescia Valerio Valenti per chiedere un potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine. Sottolineando come, “se nel 2016 il numero generale di reati è calato del 15,8% rispetto al 2015, quello dei furti negli appartamenti e ville è aumentato. A Ghedi addirittura del 30%”. Venerdì sera alle 20,30 il comitato “Brescia ai bresciani” guiderà un corteo da piazza Roma verso via Petrarca, dove si trova la villa finita nella cronaca, per chiedere più sicurezza.

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