Brescia, 31enne segregata per due giorni in casa

La giovane tossicodipendente sarebbe stata chiusa dal proprio fidanzato in un casolare abbandonato in via Morosini. Ma la polizia indaga sull'episodio.

(red.) E’ una vicenda di cronaca e di emarginazione quella su cui stanno indagando gli agenti della polizia locale di Brescia. Una donna bresciana di 31 anni, con problemi di tossicodipendenza, sarebbe rimasta segregata per due giorni in uno stabile abbandonato di via Morosini, in città, nel quartiere I Maggio. Ne dà notizia il Giornale di Brescia. L’episodio si è concluso con il lieto fine nei giorni precedenti al 3 dicembre, nel momento in cui i residenti della zona hanno sentito delle urla e dei pianti provenire da una palazzina.

A quel punto hanno allertato i vigili del fuoco e la municipale che hanno verificato la segnalazione. In una casa abbandonata e spesso usata come rifugio per emarginati e senza tetto, era stata rinchiusa la giovane. Così le forze dell’ordine sono riuscite ad aprire il portone chiuso dall’esterno e si sono trovati di fronte la giovane in preda al pianto. Lei stessa ha raccontato che il proprio fidanzato, un tunisino con precedenti, l’avrebbe chiusa all’interno dello stabile. E la donna sarebbe rimasta al freddo e senza cibo, per due giorni e due notti.

Ma la municipale sta indagando per capire come possa essere successo. Le piste da seguire sono molte e tutte sul tavolo, tanto che della vicenda è stata informata anche la procura di Brescia. Tra le ipotesi, una lite tra i due fidanzati che si sarebbero dati appuntamento in quel casolare che probabilmente conoscevano e frequentavano. Oppure la donna avrebbe assunto sostanze stupefacenti in una dose tale da farla sentire male, inducendo il suo ragazzo a fuggire per paura. La 31enne è stata condotta all’ospedale Civile di Brescia per i controlli e sarà sentita dai militari.

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