Terrorismo, lunedì sarà interrogato Gafurr

E' rinchiuso nel carcere di Canton Mombello da giovedì per apologia e istigazione. Dalla comunità: "Famiglia integrata, per questo motivo siamo stupiti".

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(red.) Lunedì 7 novembre nel carcere di Canton Mombello a Brescia sarà interrogato Gafurr Dibrani, il 24enne kosovaro arrestato giovedì a Fiesse, nel bresciano, per apologia di terrorismo. Gli agenti della Digos avevano svolto un blitz nella sua abitazione, una casa popolare a Cadimarco, facendogli scattare le manette. E’ accusato di istigazione a commettere atti di terrorismo, aggravato dall’uso di strumenti informatici. Infatti, il giovane, sposato e con un figlio di 2 anni, entrava in azione soprattutto sul web.

Pubblicava video di bambini che facevano esplodere bombe contro i presunti “infedeli” come forma di addestramento. In più, avrebbe voluto lanciare anche il proprio figlio in quella organizzazione, Daesh, in pratica l’Isis. Gafurr viveva dal 2005 a Fiesse dove si era integrato, prima frequentando le scuole, poi nella squadra di calcio locale e al bar della zona. Ma negli ultimi anni qualcosa era cambiato in lui. Si era fatto crescere la barba e indossava abiti da musulmano. E lo stesso passato si è rivelato torbido per il 24enne, ma decisivo per gli inquirenti.

Da una parte le sue frequentazioni con alcuni Imam che erano stati arrestati all’estero tra il 2014 e 2015. Dall’altra i contatti con Anas El Abboubi, il coetaneo cresciuto a Vobarno e arrestato nel 2013 per terrorismo. Poi venne liberato e scappò verso la Siria per arruolarsi nelle file dello Stato islamico. Al giudice delle indagini preliminari, lunedì, potrà raccontare la sua verità, oppure avvalersi della facoltà di non rispondere. Intanto, il sindaco di Fiesse Chiara Pillitteri venerdì ha convocato la stampa con l’assessore lombardo Viviana Beccalossi. E’ emerso il fatto che la famiglia del giovane si fosse integrata “ed è per questo che siamo più stupiti. Non aveva mai dato problemi alla comunità”.

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