Contributi, 12 agricoltori frodano Unione Europea

Coinvolte anche quindici aziende. Richiesta di risorse su terreni intestati a persone defunte. Così l'Ue si è vista togliere in modo indebito 514 mila euro.

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(red.) L’Unione Europea, attraverso i due fondi Feaga e Feasr, concede contributi ai titolari di terreni incolti per poter aumentare la produttività agricola. Ma non sempre la situazione è regolare. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Pisogne che ha segnalato quindici aziende agricole della Valcamonica, nel bresciano, denunciando 12 persone. In pratica, le Fiamme Gialle avrebbero accertato che le aziende incassavano risorse della Politica Agricola Comune dell’Ue su terreni intestati a soggetti defunti, oppure sui quali gli eredi non sapevano esserci dei contratti di affitto. L’accusa principale è di frode da 514 mila euro ai danni dell’Unione Europea.
L’attività d’indagine da parte della Finanza era iniziata nel 2013 nell’ambito del progetto “Bonifica” del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie della GdF di Roma. Così i militari di Pisogne hanno avviato i controlli per contrastare il sistema di frode alle direttive comunitarie. La Pac, infatti, garantisce contributi in campo agricolo per migliorare la produttività, sviluppare il progresso tecnico e assicurare un impiego migliore dei fattori di produzione, manodopera e tenore di vita.
Per quanto riguarda la frode scoperta nel caso bresciano, alcune aziende avrebbero incassato contributi su terreni di proprietari deceduti. Lo hanno notato i militari dopo aver analizzato vari documenti seguiti dai riscontri a livello contabile. In alcuni casi è stato persino riscontrato come non ci fosse alcun contratto di uso dei terreni. Così le aziende inserivano nelle richieste di finanziamenti anche pezzi di terreno sulle montagne camune di cui non avevano diritto. L’accusa per tutti è di indebita percezione di aiuti comunitari nel settore agricolo, mentre è stato disposto il recupero delle indebite erogazioni alle dodici aziende.

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