Via Bocchi 19, il comune prende le distanze

Il centro di accoglienza dei migranti non è a posto, dice il sindaco di Brescia Del Bono. Che invita la Prefettura a intervenire. Nassa: «Ma io con lui ne avevo parlato».

(red.) Continua il braccio di ferro tra Comune di Brescia, Prefettura, cooperativa Ekopra e residenti per il centro di accoglienza richiedenti asilo di via Bocchi 19 dove, in cinque appartamenti, hanno trovato rifugio 44 migranti, cinque dei quali bambini.
Martedì 23 agosto il municipio, per bocca del sindaco Emilio Del Bono ha dichiarato ai giornali che quell’insediamento «Viola le norme urbanistiche», quindi in teoria è irregolare. Pur aggiungendo che «Nessuno ha creato problemi e non ci sono stati comportamenti irrispettosi da parte degli ospiti».
Secondo il sindaco, che ha convocato la stampa, «L’apertura del centro è avvenuta senza una condivisione da parte dell’amministazione comunale».
Inoltre ci sono anche problemi tecnici: «L’immobile non rispetta le norme del Pgt e i lavori effettuati non sono conformi: sono stati abbattuti alcuni muri interni», ha detto ancora il primo cittadino, annunciando sanzioni per la proprietà: «Quell’edificio non è un albergo e la Prefettura – che dalle coop assegnatarie richiede solo un’autocertificazione – deve prendere atto del fatto che l’assegnazione di questo immobile e il suo utilizzo non sono a norma e decidere di conseguenza».
Ma se Palazzo Loggia prende le distanze, sperando di fatto nella chiusura della struttura anche per tener buoni i residenti di cui nel frattempo l’opposizione della Lega Nord sta cavalcando il (vero o presunto) disagio, la cooperativa Ekopra presieduta da Magda Nassa, che ha vinto il bando della Prefettura e gestisce gli appartamenti, sostiene di essere in regola con tutte le comunicazioni e con la documentazione inviata per tempo al comune.
Nassa ha addirittura dichiarato al
Giornale di Brescia di averne parlato personalmente con il sindaco, annunciandogli la vittoria del bando da parte della sua coop, avvenuta il 21 giugno scorso.
Ricordiamo che l’apertura del centro è del 9 luglio e il sopralluogo di Comune e Ats (ex Asl) è arrivato il 22 agosto, dopo le proteste per lettera di un abitante di via Bocchi e avrebbe rilevato una situazione di sovraffollamento, sulla quale alla Ekopra minimizzano, sostenendo anche che i cosiddetti problemi tecnici sono legati alla disposizione nelle stanze, perché i bambini vogliono restare accanto alle madri.
Dalla Prefettura è stata diffusa una nota del capo di gabinetto Giovanna Longhi in cui si cerca di calmare le acque spiegando che «La situazione di via Bocchi sarà alleggerita non appena si renderanno disponibili alcuni alloggi in fase di allestimento».

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