Via Bocchi, nuovi controlli sullo stabile dei profughi

La palazzina al civico 19 che ospita 44 immigrati controllata dai tecnici del comune. Poi altri controlli dell'Ats. Ancora incerta la permanenza dei migranti.

(red.) Proseguono gli accertamenti sulla palazzina di via Bocchi 19 a Brescia, dove la cooperativa Ekopra ha preso in affitto da una signora residente a Torino cinque appartamenti utilizzati per allestire un centro di accoglienza per 44 profughi, 39 adulti e cinque bambini.
Nella giornata di lunedì 22 agosto i tecnici del comune di Brescia hanno svolto una serie di accertamenti sulla struttura, per valutare che ci fosse l’agibilità strutturale per ospitare i richiedenti asilo, e anche l’Ats nella giornata di martedì compirà un sopralluogo. Sarebbe il secondo.
Ekopra ha allestito il centro di accoglienza vincendo un bando. Il comune di Brescia si è lamentato con la Prefettura per non essere stato avvisato di quanto stava accadendo sul proprio territorio. La Prefettura, però, non ha ancora firmato alcuna convenzione con la cooperativa. Il che vuol dire che, a oggi, i 35 euro per profugo giornalieri non sono ancora stati elargiti.
Se la struttura non sarà ritenuta idonea all’ospitalità, ovviamente, i migranti dovranno trovare una nuova collocazione. Ma se, al contrario, l’immobile presenta tutti i requisiti allora gli immigrati potranno restare.

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