Arresti scafisti di terra, ecco come funzionava

Due albanesi residenti a Gussago sono tra quelli finiti in carcere. Erano chiesti dai 500 ai 1.200 euro ai migranti per trasportarli nel nord dell'Europa.

Più informazioni su

(red.) Sono due albanesi residenti a Gussago i cittadini bresciani arrestati mercoledì 20 luglio, con altre undici persone, nell’ambito dell’operazione “Transitus” sul trasporto dei migranti verso il nord Europa. L’organizzazione criminale di “scafisti di terra” disinnescata dal commissariato di pubblica sicurezza di Monza, dopo l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano, era formata da 6 egiziani, 3 albanesi (di cui i due bresciani), 2 rumeni, 1 siriano e 1 donna brasiliana. Tutti dai 26 ai 45 anni e con regolare permesso di soggiorno in Italia. L’operazione ha portato alla notifica delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal giudice delle indagini preliminari e con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Tre di loro, però, risultano irreperibili. Secondo l’inchiesta iniziata nel 2014, il gruppo criminale a forma piramidale contrattava con i profughi siriani, in arrivo dall’Africa, per portarli in Germania, Danimarca e Olanda. Il meccanismo faceva sì che ci fossero contatti costanti tra un uomo dell’organizzazione in Sicilia e lo sbarco dei richiedenti asilo. Nel momento in cui arrivava notizia di altri arrivi, il sodalizio entrava in azione. Era il periodo in cui i migranti arrivati in Sicilia venivano mandati a Milano in treno fino alla stazione centrale. Qui il sodalizio criminale chiedeva dai 500 ai 1.200 euro a ciascun immigrato per il viaggio verso il nord Europa. Con la possibilità di essere ospitati in un edificio di un componente della banda prima della partenza.
Tra gli autisti c’erano anche i due residenti a Brescia che portavano a Milano e Sesto San Giovanni gli stranieri in arrivo nella città della Loggia. In questo modo, con un’auto e un furgone il gruppo era in grado di fare venti viaggi in un mese verso l’estero e trasportando 100 migranti. Con un incasso illecito di 70 mila euro. L’indagine era partita dopo la denuncia di un egiziano al quale era stato proposto di fare da autista per l’organizzazione. Oltre agli arresti, sono state eseguite diverse perquisizioni proprio a Milano, Brescia, Monza, Sesto San Giovanni, ma anche a Venezia. Si è poi scoperto che uno dei due residenti nel bresciano e finito in carcere, era già stato ai domiciliari nel 2015 per associazione a delinquere finalizzata ai furti nelle case, anche all’estero.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.