Imprenditore Marcheno, ricerche sospese

Giovedì 15 ottobre sono state le ultime ore per controllare nelle zone vicino al paese. Appello dell'avvocato di famiglia: chi sa qualcosa, parli.

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Bozzoli(red.) Le ricerche di Mario Bozzoli, l’imprenditore di 50 anni scomparso da giovedì 8 ottobre a Marcheno, nel bresciano, sono state sospese nella serata di giovedì 15. La decisione è arrivata al termine di una riunione in prefettura dalla quale si era puntato per la proroga di altre 24 ore rispetto ai termini iniziali stabiliti. Ogni zona del paese, fino al confine con Lodrino e Gardone Valtrompia, è stata controllata dai volontari della Protezione civile, vigili del fuoco e soccorso alpino. Giovedì è stata esaminata soprattutto la vicina Lodrino, visto che la famiglia è nata proprio qui, ha realizzato l’impresa prima di ampliarsi e c’è la villa per le vacanze d’estate. Ma le indagini dei carabinieri e Ris di Parma puntano soprattutto sull’azienda e quello che si sarebbe svolto all’interno.
Giovedì è stato anche il momento di un appello emesso dall’avvocato della famiglia di Bozzoli, Patrizia Scalvi, nel caso in cui l’uomo fosse stato sequestrato. Indica le medicine che devono essere somministrate e le dosi, sperando, appunto, che sia trattenuto da qualcuno e non, al contrario, morto in circostanze misteriose. E’ stato anche chiesto a chi sa o abbia sentito qualcosa, di dirlo alle forze dell’ordine. Messaggio rivolto anche agli stessi operai. Gli impianti e l’intero stabilimento di via Gitti sono ancora sotto sequestro da parte del sostituto procuratore Alberto Rossi per verificare ogni traccia. Indizi, al momento, non ci sono, ma sembra che l’attenzione sia puntata su una possibile colluttazione in fonderia.
Non si esclude alcuna ipotesi, anche quella più macabra, secondo la quale l’uomo sarebbe stato gettato in uno dei forni. I tecnici del Ris di Parma hanno controllato anche gli scarti di produzione e i materiali ferrosi che passeranno ai raggi x per trovare eventuali tracce biologiche. Si analizzano più volte anche le immagini riprese dalle telecamere di video sorveglianza e si cercano di ricostruire i possibili movimenti che l’uomo avrebbe fatto. Intanto, si è scoperto che il presunto individuo ripreso dagli operatori di “Chi l’ha visto?” alle prese con vari documenti prima che i sigilli venissero messi alla fabbrica era un nipote. Un gesto sul quale comunque i carabinieri vogliono indagare. Ricerche, quindi, sospese, ma indagini che avanzano a tutto campo.

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