Delitto Frank, “soldi da lavoro nero”

La Guardia di Finanza avrebbe verificato che gli 844 mila euro accumulati dai coniugi sarebbero frutto di anni di manodopera irregolare in negozio.

da-frank-pizzeria(red.) La Guardia di Finanza di Brescia starebbe trovando delle novità importanti sul fronte degli 844 mila euro rinvenuti in casa dei coniugi Francesco Seramondi e Giovanna Ferrari, titolari della pizzeria e pasticceria “Da Frank” di Brescia. Il loro duplice delitto da parte di Muhammad Adnan e Singh che hanno confessato e sono detenuti a Canton Mombello, nasconde dei possibili strani movimenti di denaro. In particolare, sarebbe emerso come i soldi scoperti a disposizione del dipendente Arben Corri fossero realmente suoi.
Al contrario, il “tesoretto” dei coniugi sarebbe frutto di anni di lavoro nero. Sul fronte del motivo del delitto, invece, la Squadra Mobile sta continuando le indagini per capire se realmente sia da trovarsi solo nella presunta eccessiva concorrenza da parte dei Seramondi. Non a caso, sempre secondo la versione dei due presunti assassini, il tentato omicidio del dipendente a luglio avrebbe allontanato gli spacciatori dalla propria attività durante i controlli delle forze dell’ordine. L’inchiesta va avanti anche per cercare l’uomo, uno straniero secondo gli inquirenti, che avrebbe fornito il fucile rubato a Cremona e usato per sparare sui due bresciani. Uomo che li avrebbe ospitati nella sua casa di Mairano e avrebbe dovuto partecipare al delitto salvo poi rifiutarsi all’ultimo minuto.
Per lui l’accusa potrebbe essere quella di concorso nell’organizzazione dell’omicidio. La vicenda ha portato a verificare se ci siano anche questioni di droga dietro il doppio delitto. Sull’auto di Arben Corri dopo il tentato omicidio sono stati trovati alcuni grammi di cocaina. Ma la versione che racconta come lui sia legato a “Frank” attraverso alcuni spacciatori senegalesi non è stata provata.

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