Taglia le vene al figlio, lesioni aggravate

Questa l'imputazione a carico di Lina Maria Primus, l'infermiera 55enne che ha ferito con un bisturi se stessa e il figlio 33enne disabile.

tribunale_brescia(red.) Lesioni aggravate. Questa l’imputazione a carico di Lina Maria Primus, l’infermiera 55enne arrestata per avere reciso le vene al figlio disabile Daniele Zuanelli, 33 anni, cercando poi di togliersi la vita tagliandosi la gola con un bisturi.
Per il gip Enrico Ceravone le ferite provocate dalla donna al figlio non avrebbero comunque potuto ucciderlo ed è quindi decaduta l’ipotesi di reato di tentato omicidio, formulata in prima istanza. Convalidato l’arresto della 55enne che resta sotto osservazione in ospedale, dove è stata medicata per il taglio che si è procurata. Il giudice ha disposto per la donna il divieto di avvicinarsi al figlio: dovrà stargli almeno a cento metri di distanza.
Il 33enne, rimasto vittima, un anno fa, di una drammatica caduta dalle scale in casa, ha rimediato alcuni deficit motori e psichici che comunque non gli hanno impedito di proseguire la sua attività di operaio alla Italcementi.
Ma per la madre la situazione del ragazzo, che dopo il divorzio dalla moglie era tornato a vivere con lei nella abitazione di Montirone, appariva insostenibile, tanto da giungere a maturare il tragico gesto, motivato in alcune lettere indirizzate al marito ed alcuni familiari, e che, fortunatamente, non ha avuto conseguenze fatali.

 

 

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