Germania, in manette “tassisti” italiani di profughi

Nei guai era finito anche un bresciano, fermato con alcuni immigrati siriani a bordo. Il giudice tedesco ha però creduto alla sua buona fede.

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(red.) Alcune decine di tassisti italiani, provenienti principalmente dal Nord Italia, ma, almeno in un caso, anche da Roma, sono stati fermati in Germania con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione illegale.
La notizia, rivelata da alcuni giornali locali veneti, trova conferma al Consolato Italiano di Monaco di Baviera, da cui spiegano che «non è un problema che riguarda nessuna particolare città». «Ci sono state varie decine di fermi, non tutti concentrarti in questo periodo ma diffusi negli ultimi mesi, a partire dall’anno scorso: si tratta di persone che, spesso in buona fede, hanno accettato di accompagnare in autovettura delle persone che non erano residenti in Italia e quindi non si potevano avvalere del sistema di Schengen», dicono dalla rappresentanza consolare, specificando che «non sempre c’è un’autorizzazione a procedere e quindi un’imputazione, ma spesso c’è».
Proprio per questo «occorre informare le persone perchè sappiano che è un reato accompagnare degli extracomunitari che non sono ancora residenti in Italia, come ad esempio dei rifugiati che abbiano richiesto il diritto d’asilo». In ogni caso il Consolato, che «sta dando tutta l’assistenza possibile», fermo restando che le persone si devono difendere singolarmente con un avvocato, sta facendo «un’indagine» su un fenomeno che riguarda «varie decine» di persone, verosimilmente attorno alle 50-60. Si tratta, spiegano da Monaco di Baviera, «quasi sempre individui in buona fede». «Non abbiamo notizia di organizzazioni che lo facciano come scopo industriale e c’è quindi una grande differenza con uno scafista: in quei casi si tratta quasi sempre di organizzazioni, qui stiamo parlando di singole persone».
E alla “buona fede” del “tassista improvvisato” ha creduto anche il giudice tedesco di Monaco che ha arrestato e subito scarcerato il bresciano fermato lo scorso dicembre a Rosenheim con alcuni profughi siriani a bordo della sua auto. I profughi, senza visto nè permesso, erano partiti dall’Italia diretti in Germania, dove, durante un controllo da parte della polizia stradale, sono stati fermati.
Al bresciano finito nei guai è stata riconosciuta, ha spiegato il legale Cristiana Bianco, la «mancata consapevolezza del reato» e il giudice, confrontando la versione di autista e passeggeri, ha creduto alla buona fede dell’uomo, disponendone la scarcerazione (previo versamento di 5mila euro di cauzione) e non convalidando il fermo. Ad aprile il noleggiatore bresciano è stato condannato ad un anno, con sospensione condizionale della pena, per favoreggiamento dell’ immigrazione clandestina. La cauzione gli è stata restituita, ma ignorantia legis non excusat .

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