Espulso, rientra a Brescia con altro nome

Un profugo libico richiedente asilo politico è stato condannato a 8 mesi di reclusione, poi sospesi in vista di un nuovo allontanamento.

(red.) Nei mesi scorsi è stato sottoscritto un accordo tra Comuni, Province, Regioni e Stato per condividere e coordinare l’accoglienza sull’intero territorio nazionale dei profughi provenienti dalla Libia.
L’accordo prevede che i profughi vengano accolti sul territorio, suddividendoli nelle Regioni secondo criteri di equità.
Secondo quanto reso noto dall’ufficio immigrazione della questura di Brescia, «I migranti giungono da strutture di prima accoglienza ubicate nei territori di sbarco, già con una preliminare identificazione effettuata dalle Autorità di Pubblica Sicurezza. Giunti a destinazione, questa procedura deve essere completata a cura delle Questure locali, che procedono anche all’avvio del procedimento di richiesta di asilo. In tal modo viene rilasciato un documento provvisorio utile per poter circolare e soddisfare i bisogni quotidiani.
«L’attività di prevenzione e controllo dell’Ufficio Immigrazione ha registrato – a Brescia –  l’arresto obbligatorio in flagranza di un cittadino nigeriano».
«Lo straniero, proveniente dalla Libia, è sbarcato a Lampedusa con una “richiesta di asilo politico”. Il 31 luglio, l’uomo, unitamente ad altri 19 cittadini stranieri, è stato trasferito nella Provincia di Brescia e domiciliato presso le strutture d’accoglienza, in attesa degli adempimenti atti ad avviare l’iter amministrativo  per la richiesta di protezione internazionale».
«A seguito degli accertamenti condotti dal locale Ufficio Immigrazione è emerso che l’uomo è già stato fotosegnalato in Italia con un nome di battesimo differente e nei suoi confronti era già stata respinta una richiesta di protezione internazionale da parte della Commissione Territoriale, sono stati emessi due decreti di espulsione, entrambi dalla Questura di Ferrara, datati il primo novembre 2011 ed il secondo aprile 2013. A seguito del secondo decreto lo straniero era stato accompagnato presso la frontiera aerea dell’aeroporto di Malpensa ed imbarcato per la Nigeria».
«Vista la violazione della normativa sull’immigrazione, non essendo ancora trascorso il tempo necessario per il reingresso, E.P. è stato tratto in arresto ai sensi dell’art. 13, comma 13 del d. lgs. 286 del 1998. Condannato ad otto mesi di reclusione, la pena è stata sospesa in vista del suo nuovo allontanamento dal Territorio Nazionale che avverrà nei prossimi giorni».

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