Incidente Baviera, soccorsi anche da Brescia

Una ventina i tecnici speleologici (anche bresciani) impegnati in questi giorni nel recupero di un ferito in una grotta in Germania.

(red.) Sono una ventina i tecnici di soccorso speleologico impegnati in questi giorni in Baviera, appartenenti alla IX Delegazione Lombarda del Cnsas.
Provengono da Milano, Como, Brescia e Bergamo. Rino Bregani, milanese, è stato il primo medico a raggiungere il ferito all’interno della grotta di Riesending-Schachthöhle, nei pressi di Brechtesgaden, in Germania, e a praticare le prime cure allo speleologo infortunato; è rimasto in grotta per ben 85 ore consecutive, un dato che rileva non solo l’eccezionalità dell’operazione, avvenuta a 980 metri sotto terra, ma anche la preparazione tecnica e fisica necessaria per affrontare interventi simili. Sono presenti anche il medico bresciano Corrado Camerini, specializzato nel soccorso sanitario speleologico, con una lunga esperienza in questo ambito, e Roberto Corti, comasco, tecnico e responsabile nazionale del settore speleologico del CNSAS. I mezzi e le strumentazioni tecnologiche portate sul posto, a disposizione del gruppo italiano, sono di grande aiuto per il coordinamento e la gestione dell’intervento.
Tra i soccorritori anche il 42enne di Manerbio Giovanni Foti, libero professionista e consulente aziendale per la formazione e la sicurezza sul lavoroche, da 20 anni, fa parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.  Il recupero, ha spiegato il Cnsas in una nota, «si presenta particolarmente complesso principalmente per l’eccezionale profondità in cui è avvenuto l’incidente e per le difficoltà di progressione: ai tecnici saranno necessarie diverse ore per percorrere il tragitto per raggiungere il ferito».

 

 

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