Caccia, denunce per le fascette contraffatte

Molti appassionati dell'arte venatoria si presentano in via Milano per sostituire gli anellini ai richiami vivi, ma ci sarebbero diverse irregolarità.

(red.) Occhio alle fascette per richiami vivi: se vecchie,  contraffatte o non conformi comportano il sequestro e la notifica di notizia di reato per tentata trufa aggravata.
E’ l’allarme lanciato in questi giorni dagli uffici di via Milano, sede dell’assessorato provinciale alla Caccia, dove, in questi giorni, gli appassionati dell’arte venatoria si stanno recando per chiedere la sostituzione degli anellini di identificazione dei richiami vivi.
Ebbene: sembra che un consistente numero di cacciatori (si tratta per lo più di persone di una certa età) si sia recatoa gli sportelli recando con sè fascette vecchie anche di 20 anni (impossibile, dunque, che siano state rimosse ad esemplari ancora in vita), oppure non conformi a quanto prescrive la normativa (disciplinata dalla legge 157/1992 e dall’art. 26 della LR 26/1993).
I contrassegni vengono rimossi ai volatili vivi detenuti e quindi consegnati in numero pari al richiedente. Si tratta di anellini in plastica autostringenti, di diverso colore a seconda dell’epoca in cui sono stati distribuiti.
Ma non tutte le riconsegne sarebbero “regolari”: fascette troppo obsolete, non conformi o false. La normativa prevede che il cacciatore che le presenti venga denunciato d’ufficio per tentata truffa aggravata.

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