Stamina, medici si appellano Codice etico

Il presidente dell'Ordine dei medici di Brescia Ottavio Di Stefano si richiama all'articolo 4 sull'indipendenza dei camici bianchi.

(red.) Contro i tribunali che impongono la somministrazione del trattamento Stamina, i medici si appellano al nuovo Codice deontologico. In particolare, lo fa il presidente dell’Ordine dei medici di Brescia Ottavio Di Stefano che, richiamandosi all’articolo 4 sull’indipendenza dei camici bianchi, prende in qualche modo le distanze dall’ordinanza del tribunale di Pesaro che gli ordina di individuare – dentro o all’esterno degli Spedali Civili di Brescia – dei medici che pratichino le infusioni con cellule staminali ai pazienti in trattamento con il protocollo Stamina presso il nosocomio.
Continua, dunque, il ‘braccio di ferro’ tra medici e magistratura rispetto al discusso metodo messo a punto da Davide Vannoni: la situazione, infatti, è al momento di stallo, con le infusioni sospese a seguito della decisione dei medici bresciani di non praticarle in attesa che il comitato scientifico nominato dal ministero della Salute si pronunci sul trattamento stesso.
Dall’altro lato, però, vi sono le ordinanze dei giudici che danno il via libera alle infusioni per molti pazienti, già in cura agli Spedali. Ed è proprio in questa empasse che il Tribunale di Pesaro ha nominato Di Stefano ”ausiliario” del giudice, con l’ordine di individuare dei medici che effettuino le infusioni e di provvedere ad eventuali provvedimenti disciplinari. Un’ordinanza, quest’ultima, che apre di fatto un nuovo conflitto, anche alla luce del Codice etico appena approvato.
«Agirò secondo il Codice deontologico, in scienza e coscienza e in assoluta tranquillità». «Mi riservo – ha affermato Di Stefano – di valutare l’ordinanza con il Consiglio direttivo, e prenderò una posizione nel momento in cui i giudici di Pesaro mi daranno tale incarico ufficialmente”. Tuttavia, ha preannunciato, ”la mia sarà una posizione in linea con quanto l’Ordine ha stabilito e con quanto il Codice prevede. Come presidente – ha aggiunto – sono il primo custode del Codice e lo devo rispettare, indipendentemente da altre situazioni».
Dunque, a fronte di ‘conflitti’ tra il Codice e quanto l’ordinanza richiede, il presidente dell’Ordine bresciano ribadisce che «agirà in scienza e coscienza» sulla base del Codice. Chiaro il riferimento all’articolo 4 del nuovo Codice, laddove afferma che «l’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità. Il medico – recita inoltre l’articolo – ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura».
Una posizione pienamente appoggiata dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco: «Le terapie segrete non possono essere somministrate, lo vieta il Codice, e per questo motivo affiancheremo il presidente dell’Ordine di Brescia e siamo solidali con tutti i medici degli Spedali Civili», ha affermato. Bianco si è detto inoltre «molto preoccupato» dall’Ordinanza di Pesaro, poichè «mette il presidente Di Stefano in una palese situazione di conflitto di interesse istituzionale». Per questo, conclude Bianco preannunciando quale sarà la posizione della Fnomceo rispetto all’ordinanza di Pesaro, «credo che Di Stefano assumerà decisioni coerenti rispetto a tali constatazioni e la Fnomceo sarà con lui».

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