Bracconaggio, Brescia nel mirino del WWF

Due gli episodi che si sono verificati nella nostra provincia, a Puegnago e Adro, e che sono state segnalate dagli animalisti alle autorità competenti.

(red.) La provincia di Brescia torna nel mirino del WWF.
Tre gli episodi di bracconaggio ai piccoli uccelli migratori scoperti dalle Guardie Volontarie del WWF Italia negli ultimi giorni. Domenica 29 dicembre nel comune di Adro, in Località Laghetto Sala, un cacciatore veniva osservato mentre abbatteva uccelli protetti.  «Erano numerose le segnalazioni pervenute al numero antibracconaggio del WWF Lombardia (328 7308288), sull’uccisione di uccelli protetti nella zona. Il canneto del Laghetto Sala, così come altre piccole zone umide residuali a Cortefranca sono luoghi di sosta e dormitori per i piccoli uccelli migratori», spiega Antonio Delle Monache coordinatore delle Guardie WWF. «Queste zone meriterebbero Istituti di Tutela che impedissero che da luogo di riposo per la fauna , diventino aree abituali di bracconaggio. Cacciatori pochi inclini al rispetto delle regole abbattono uccelli protetti e poi li nascondono e all’arrivo della vigilanza hanno solo, magicamente, qualche merlo (cacciabile) in carniere».
Questa volta le guardie del WWF hanno osservato attentamente la scena e scoperto che il  cacciatore abbatteva un pettirosso e poi lo nascondeva tra i filari di vite, coprendolo di  foglie secche. Oltre al pettirosso aveva ucciso anche una capinera e un migliarino di palude  (tutte specie protette). Intervenuta la Polizia Provinciale, uccelli e fucile sono stati posti sotto sequestro e il cacciatore denunciato.
Più movimentata l’attività antibracconaggio sabato 28 dicembre a Puegnago dove un cacciatore  proveniente da Lumezzane alla vista delle guardie si dava alla fuga gettando un sacchetto  con la fauna abbattuta. Raggiunto e recuperata la fauna (due migliarini di palude e un  fringuello, tutte specie protette) il cacciatore ha rifiutato di consegnare i documenti di caccia, spintonava una guardia, strappava di mano il sacchetto con la fauna e si dava nuovamente  alla fuga immergendosi nel Laghetto di Sovenico per nascondere tra il canneto il sacchetto  con la fauna. Solo l’arrivo dei Carabinieri ha portato a più miti consigli il cacciatore che è stato denunciato dalle Guardie WWF per abbattimento di specie protette e particolarmente protette, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di generalità.
Per finire, intervento delle Guardie WWf del Nucleo di Milano nelle campagne di Settimo Milanese, dove era segnalata da tempo nella zona un gruppo di cacciatori “sparatutto”.  «La tecnica utilizzata da gruppi di cacciatori provenienti soprattutto dalle province di Bergamo e Brescia», spiega Antonio Delle Monache, «prevede un battitore che lancia sassi  tra le siepi facendo spaventare gli uccelli. I cacciatori che circondano i filari sparano a tutto quello che vola, meritandosi così il soprannome di bruciasiepi». In questo caso il cacciatore, proveniente dalla provincia di Bergamo, utilizzava anche un richiamo acustico vietato: per questo è stato denunciato dal Polizia Provinciale di Milano, intervenuta sul posto con il conseguente sequestro del fucile. 

 

 

 

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