Vallesabbia, «007» in Comunità Montana

Un’agenzia privata di investigazioni assunta per ripulire gli uffici dalle «cimici». Franzoni: «Ci spieghino di cosa avevano paura e perché non hanno avvertito nessuno».

(red.) Intrighi, spionaggio e un’agenzia privata assunta per cercare presunte «cimici» fra le scrivanie degli uffici.
Quello che stupisce, però,  è che non ci troviamo all’interno di una complicata spy story. Teatro degli avvenimenti, infatti, è la Comunità Montana di Valsabbia, di Vestone (Brescia). Al centro della questione, leggiamo sulle pagine di Bresciaoggi, ci sarebbe Ermano Pasini, presidente alla guida dell’ente fino alla scorsa primavera. Ma facciamo un passo indietro.
Francesco Franzoni, capogruppo Pdl, il 10 settembre scorso ha scritto a presidente e consiglieri valsabbini per chiedere spiegazioni. Nel mirino di Franzoni, l’incarico ottenuto da Europol Investigazioni per «ripulire» gli uffici dalla possibile presenza di microspie ambientali.
«In primo luogo ci siamo trovati davanti ad un atto amministrativo molto superficiale e poco trasparente, divenuto esecutivo e pubblicato successivamente all’esecuzione dell’intervento. Strano comportamento per chi negli ultimi mesi si è presentato come paladino dell’onestà, della massima trasparenza, della massima partecipazione, sostenitore che qualsiasi azione dev’essere chiara e pubblica. Evidentemente, però, in Comunità Montana cercavano microspie predicando bene e razzolando male. In un momento in cui il cittadino mette ogni giorno in discussione il modo di operare del pubblico amministratore, certo non è un bell’esempio. Così non si fa altro che dar credito all’antipolitica, come se si avesse qualcosa da nascondere» ha dichiarato alla stampa Franzoni.
In ogni caso, comunque, le prestazioni dell’agenzia di investigazioni sono state pagate – circa duemila euro – il 10 luglio scorso. Ma di cimici, negli uffici della Comunità Montana bresciana, neanche l’ombra.  «Vogliamo sapere solo le motivazioni che hanno spinto la presidenza a far bonificare l’ente. Perchè affidarsi a privati quando, in caso di dubbi, si sarebbero potute avvertire le autorità locali e far controllare a loro i tre locali e i tre telefoni sottoposti a bonifica?» ha concluso Franzoni. Nelle intenzioni del Pdl, comunque, a queste domande si  dovrà rispondere presso la  Corte dei Conti.

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