Brescia, nei palazzi di Giustizia arrivano i «Lsu»

(red.) Sono molti, troppi i bresciani che ogni giorno perdono il lavoro. Alcuni di loro, poi, non sono più giovanissimi. E superati i quaranta, o i cinquanta anni, un licenziamento, a pochi anni dalla pensione può essere una batosta da cui non ci si riprende facilmente.
Grazie ad una convenzione fra Provincia e vertici della Giustizia bresciana, però, per alcuni di loro non tutto è perduto. Una cinquantina di lavoratori in mobilità, ora, sono impegnati per 20 ore settimanali negli uffici giudiziari della città. Suddivisi tra Tribunale di Brescia, Corte d’Appello, Tribunale di sorveglianza, Procura, Procura generale, Tribunale e Procura dei minori, prendono 800 euro al mese e ricoprono l’incarico di «LSU», Lavoratori Socialmente Utili.
Il loro impegno varia secondo le esigenze, le 20 ore settimanali nei palazzi della Giustizia bresciana divise su più giorni o concentrate. Le loro opinioni sono molto diverse: c’è chi considera il lavoro poco gratificante o, addirittura, una perdita di tempo che sottrae spazio alla ricerca di un “lavoro vero”, più definitivo. Altri, però, vedono l’esperienza da Lsu come utile per incrementare il curriculum e ampliare la propria rete di conoscenze. Su una cosa, però, sono tutti d’accordo. Anche per i Lsu, come per tutti i lavoratori in mobilità, la preoccupazione maggiore è la mancanza di sicurezza per il futuro.