Trenzano, ex assessore in India per i marò

Gianmario Fusardi si è recato all'ambasciata italiana a New Delhi per consegnare una lettera e un libro ai due militari arrestati per l'omicidio di due pescatori.

(red.) Gianmario Fusardi, dentista 28enne ed ex assessore Pdl al Comune di Trenzano, nel Bresciano, si è recato in India per portare il messaggio di solidarietà ai due marò detenuti con l’accusa di avere ucciso due pescatori, scambiati per pirati nelle acque indiane.
In programma, Fusardi, in vacanza con la fidanzata, aveva diversi incontri con le autorità italiane e, anche con i due militari della Marina. Tuttavia, il faccia a faccia con i soldati arrestati non c’è stato e il 28enne ex assessore pidiellino non ha potuto dialogare con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, attualmente ristretti nell’ambasciata italiana a New Delhi.
Fusardi è stato accompagnato nella zona dove si trovano i locali della residenza dell’ambasciatore italiano Mancini dove ha lasciato un messaggio, scritto, di solidarietà indirizzato ai due militari e, anche, una copia dell’Odiessea di Omero, come augurio di un rientro  casa in tempi brevi.
Inatanto, il ministro degli Esteri indiano Salman Khurshid ha dichiarato alla stampa che «non siamo di fronte ad alcun rifiuto» da parte dell’Italia di presentare i quattro fucilieri della Marina che la polizia indiana vuole interrogare nell’ambito della crisi che coinvolge i due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. «Una via d’uscita legittima e ammissibile sarà trovata» ha aggiunto. «Non siamo di fronte ad alcun rifiuto – ha sottolineato – e la cosa migliore è che lasciamo lavorare e decidere su questa questione gli esperti legali».
«Gli altri fucilieri possono essere ascoltati in Italia, oppure in videoconferenza, oppure attraverso una loro dichiarazione che poi è simile a quella resa dai marò». Lo ha detto il ministro della Difesa, Mario Mauro, a Prima Di Tutto (Radio 1) in risposta alle dichiarazioni del Governo indiano sulla vicenda di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. «Nel colloquio con le autorità indiane i nostri fucilieri si attengono alle regole precise dettate dal fatto di essere militari. Le risposte che forniscono alle autorità indiane sono in ragione del fatto che sono militari. Non c’è un rifiuto, non è un rifiuto il fatto che gli altri fucilieri di marina non si recheranno in India perché è la legge indiana che prevede altre modalità per rendere testimonianza in casi di questo genere».
Il ministro ha quindi ricordato che nonostante si sia all’interno di un processo, che è quello dell’autorità giudiziaria indiana, l’Italia «continua a sollevare un problema di giurisdizione che verrà espiato secondo le regole del diritto internazionale». «Non è mutato nulla se non il fatto che sono passati altri giorni in cui i nostri fucilieri hanno continuato a vivere a Delhi in una condizione di non piena libertà e per questo da parte nostra va ribadito con forza che ci sia una soluzione equa e rapida del caso. Siamo vicini ai marò e alle loro famiglie».

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