Ono San Pietro, il padre sospettato del rogo

E' stata trovata una tanica di benzina davanti all'impianto a metano scoppiato che ha causato il rogo. L'uomo non si era mai rassegnato alla separazione dalla moglie.

Pasquale Iacovone, l’uomo di 40 anni padre dei due bambini morti nella mattina di questo martedì 16 luglio nell’incendio verificatosi nell’appartamento che occupavano a Ono San Pietro, in Vallecamonica, era stato più volte denunciato per stalking dalla ex moglie, Erica Patti. Contro di lui pare fosse in corso anche un procedimento giudiziario presso il tribunale di Brescia, la cui prima udienza avrebbe dovuto svolgersi tra pochi giorni.
La coppia era separata da quattro anni ma l’uomo non si era mai rassegnato al divorzio. Da tre anni il 40enne era in affitto nell’appartamento andato in fiamme, situato al pian terreno di una palazzina di tre piani nella cittadina camuna, all’interno del quale sono stati trovati i resti di una tanica di benzina posta proprio accanto alla bombola dell’impianto per il metano in prossimità della camera in cui sono stati recuperati i poveri corpi devastati dal fuoco e carbonizzati.
I piccoli Davide e Andrea, due maschietti di 9 e 11 anni, sono stati trovati morti dai Vigili del Fuoco accorsi dopo che – verso le 10,15 del mattino – alcuni vicini hanno lanciato l’allarme. L’uomo è stato invece estratto ancora vivo dal rogo, ma ha ustioni sul 90% del corpo ed è stato trasportato in gravissime condizioni all’ospedale di Esine e poi trasferito in elicottero nel Centro grandi ustionati di Padova.
La tragedia si inserisce quindi in una situazione familiare molto difficile e delicata, con i figli contesi dai due genitori. Una realtà che ha fatto dire all’avvocato di Rita Patti che si è trattato di una “tragedia annunciata”.
Anche il sindaco di Ono San Pietro, Elena Broggi, ha parlato di una famiglia in una situazione “molto delicata e difficile: in paese tutti sapevamo che lui non accettava la separazione e aveva più volte minacciato la moglie. Tanto che a suo carico c’erano denunce per stalking. Eppure il giudice gli aveva affidato i figli perché trascorressero nella sua casa in affitto qualche giorno di vacanza”.
Il padre aveva infatti appena passato un periodo di una decina di giorni con i bambini, con il consenso della madre che non voleva esasperare i rapporti. Avrebbe dovuto riportarli a casa domenica sera, ma evidentemente non ce l’ha fatta.
Forse, non potendo sopportare l’idea di separarsi dai figli, i suoi fantasmi hanno preso il sopravvento spingendolo a un gesto così terribile come il duplice omicidio e il suicidio? Su  questa ipotesi stanno indagando i carabinieri di Breno, coordinati dal pm di turno.

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