Strage delle “via dei diamanti”, 20 anni dopo

Il 29 maggio del 1993, tre volontari, in un'imboscata, vennero uccisi nei pressi di Gornji Vakuf, nella Bosnia centrale, dove stavano portando aiuti umanitari.

(red.) 29 maggio 1993. Cinque  volontari bresciani si trovavano ad attraversare le zona di Gornij Vakuf per portare aiuti umanitari alla popolazione bosniaca. Il convoglio di aiuti, partito da Brescia, doveva arrivare a Zavidovici per soccorrere vedove di guerra e bambini.
Sul furgone dei volontari, i simboli della Caritas e della stampa. Ciononostante,  Zavidovici non è mai stata raggiunta. Quel 29 maggio 1993, infatti, il convoglio di pacifisti ha subito un’imboscata dai militari di “Paraga”.
Fabio Moreni, Guido Puletti e Sergio Lana perdono così la vita, uccisi dalle raffiche assassine della milizia dei “berretti verdi”. Agostino Zanotti e Christian Penocchio riescono invece a salvarsi. A ricordare i pacifisti scomparsi sulla “via dei diamanti”, oggi, una stele di pietra. Sulla strage c’è stato un processo, ma non è stata fatta giustizia. La prima condanna, con cui a “Paraga” erano stati dati 15 anni di reclusione, è stata ridotta a 13 in appello. Ha scontato un po’ di carcere a Zenica, poi la libertà vigilata, fra qualche mese tornerà in libertà.

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