Marcheno, Trafilerie a secco dopo l’allagamento

La Provincia di Brescia ha sospeso a tempo indeterminato la concessione per la derivazione dell’acqua del Mella, dopo la rottura della tubatura.

(red.) Ѐ passata l’onda distruttrice provocata dall’esplosione della condotta della centrale delle trafilerie Ghidini. Era la notte del 5 aprile, e per miracolo il fiume che ha invaso le strade di Brozzo non ha provocato vittime o feriti, ma ha sventrato case, allagato scuole e chiesa, facendo crollare il muro di sostegno dell’oratorio sul Mella.
Il sindaco Barbara Morandi ha comunicato in Consiglio comunale che il 10 aprile la Provincia di Brescia ha sospeso a tempo indeterminato la concessione alla Ghidini Trafilerie, che non potrà usare la derivazione dell’acque del Mella tramite la galleria che inizia a Tavernole  e la condotta forzata di Brozzo fino a quando non avrà provveduto a dimostrare condizioni di sicurezza assoluta dell’impianto.
Il primo cittadino ha reso noto che è in atto un’indagine della Procura e ha illustrato una sorta di precisa cronistoria dei rapporti intercorsi tra il Comune e la ditta, in base ai documenti esistenti. Il “dialogo” è iniziato il 25 novembre del 1996, quando al prezzo di quasi dieci miliardi di vecchie lire la Società Redaelli Tecna cede alla Ghidini Trafilerie la centrale idroelettrica di Brozzo “con annesse opere di derivazione, adduzione acque ed elettrodotto”, con la richiesta di rinnovo della concessione del 1937, in scadenza nel 1997 e poi rinnovata per altri trent’anni.
Nel 2005 il Comune ha chiesto alla ditta di effettuare un controllo sullo stato di manutenzione del condotto, per garantirne il corretto funzionamento e la relativa sicurezza. La risposta della Ghidini Trafilerie, con relative rassicurazioni sui controlli periodici e sulla manutenzione ordinaria, viene inoltrata al Comune a soli due giorni dalla richiesta.
La prima segnalazione riguardo perdite nella condotta è arrivata poco dopo da parte di un cittadino: James Zappa. Una segnalazione che è stata protocollata il 7 agosto 2006, ma dopo la quale non è successo nulla. Quasi quattro anni dopo è Italo Zappa, il padre di James, a segnalare perdite nella tubazione con grave e imminente pericolo. Era il 7 gennaio 2010. Un verbale di sei giorni più tardi, registrato all’Ufficio tecnico ma non protocollato, riferisce di un incontro tra il sindaco Barbara Morandi, l’assessore Roberto Gitti, il tecnico del Comune Gianni Bontempi e, per la controparte, una persona registrata con il cognome Prandelli.
La ditta ha confermato di aver eseguito una prova a ultrasuoni nel 2005, l’esecuzione periodica di pulitura e tinteggiatura della condotta dal 1997, l’installazione di una valvola a farfalla di sicurezza, per interrompere il flusso a monte della condotta: valvola azionabile in automatico o da un operatore quando la pressione supera le 70 atmosfere. Quella che pare non abbia funzionato il 5 aprile scorso.
In conclusione il sindaco ha mostrato una richiesta del 2 febbraio 2010, che è la fotocopia di una richiesta dell’anno precedente alla ditta, per ottenere una breve nota esplicativa su modalità e tempistica in merito al ciclo manutentivo. Alora il Comune non ebbe nessun riscontro. La Morandi ha dichiarato che non ci sono altri documenti e che il Comune non poteva agire nei confronti della proprietà privata. Ma la minoranza di “Insieme per Marcheno” ha rimarcato che il sindaco, primo responsabile per legge della Protezione civile, aveva tutti i poteri necessari per fare i dovuti controlli, specie dopo le segnalazioni ricevute. Il primo cittadino, dopo aver ricordato la lettera di scuse della Ghidini Trafilerie ai cittadini, con l’impegno a rifondere subito i danni, ha confermato lo svolgimento di un Consiglio straordinario chiesto dalle minoranze Insieme per Marcheno e Lega Nord.

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