Sirmione, sigilli al cantiere passeggiata

I sigilli su decisione dell’autorità giudiziaria. La lunga vicenda vede coinvolti un privato e l’Autorità di Bacino. L’ingegner Tonni: “ Presto la richiesta di dissequestro”.

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(red.) L’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza del cantiere della passeggiata a lago di Porto Galeazzi. Il provvedimento è stato preso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brescia ed eseguito giovedì mattina dal nucleo di polizia amministrativa.
La vicenda che riguarda la realizzazione della passeggiata fra Porto Galeazzi e via XXV Aprile si è così ulteriormente complicata. L’opera pubblica, un breve percorso lungo 175 metri, è in capo all’Autorità di Bacino ed è cofinanziata da Regione Lombardia e dal Comune di Sirmione.
La storia va ricostruita. Prima dell’inizio dei lavori il proprietario di un’abitazione confinante con la passeggiata aveva fatto ricorso al Tar chiedendo sospensiva (e annullamento) dei provvedimenti autorizzativi. Tra i motivi spicca il reclamo della proprietà di parte del terreno interessato dall’opera. La sospensiva venne respinta. Ebbe invece esito favorevole l’appello al Consiglio di Stato. L’Autorità di Bacino, dunque, fermò i lavori, ma solo limitatamente all’area in questione, anche per evitare i gravi danni che avrebbe comportato la sospensione totale.
Questo, dunque, l’antefatto. Ora la storia recente. A metà febbraio, il privato “ha risposto” con un esposto alla Procura della Repubblica di Brescia alla quale ha chiesto di procedere in merito alla mancata esecuzione dell’ordinanza sospensiva e ha attivato presso il Tribunale delle acque di Milano la procedura (tutt’ora in corso) d’accertamento della proprietà.
Ieri, però, è arrivato il sequestro preventivo d’urgenza. Come ha dichiarato l’ingegner Fausta Tonni, direttore dell’Autorità di Bacino, non c’è stata la volontà di disattendere il provvedimento del Consiglio di Stato. La controversia era su parte della proprietà, quindi, i legali dell’Autorità di Bacino hanno ritenuto che si potesse continuare a lavorare nelle altre zone del cantiere. La Tonni si è detta convinta di aver operato correttamente seguendo le procedure. A presto la richiesta di dissequestro del cantiere.

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