Foibe, a Manerba una piazza in memoria

Nella giornata dedicata al ricordo della tragedia, intitolato ai martiri lo spazio antistante il centro sportivo. Cittadinanza onoraria alla professoressa Nidia Cernecca.

(red.) Domenica, in occasione del giorno del ricordo delle vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, in molte località del bresciano si sono tenute cerimonie di commemorazione per rievocare una pagina di storia tanto triste, quanto crudele.
Tra le molte iniziative in programma, ha spiccato quella del Comune di Menerba del Garda, che ha deciso di portare a compimento due atti particolarmente significativi. Il primo è stato l’intitolazione ufficiale del piazzale antistante il centro sportivo del paese ai Martiri delle Foibe. Così, da ora, quel luogo è dedicato a chi, negli anni compresi tra il 1943 e il 1947, ha subito direttamente o indirettamente il dramma dell’infoibamento.
Il secondo atto è stato invece di riconoscenza nei confronti della professoressa Nidia Cernecca, sopravvissuta istriana che con il suo impegno ha trasmesso la testimonianza di quel dramma ai ragazzi delle scuole, anche attraverso i suoi volumi, libri che, come lei stessa ha dichiarato, mai avrebbe voluto scrivere. Quindi, per il suo impegno, il sindaco Paolo Simoni le ha conferito la cittadinanza onoraria di Manerba.
Nidia Cernecca è nata a Gimino d’Istria nel 1936 e oggi vive tra Verona e il Lago di Garda. La sua famiglia fu perseguitata sin dal 1943 dagli uomini del maresciallo Tito. Nella sua infanzia vide orrori di ogni genere e patì lutti, primo fra tutti la brutale esecuzione del padre, quando lei aveva solo 7 anni. Il cavaliere della Repubblica Nidia Cernecca, ha accolto con orgoglio e commozione il gesto dell’Amministrazione di Manerba e ha parlato della sua tragedia personale e di quella degli altri sopravvissuti paragonandola ad una medaglia a due facce, drammatica da un lato, ma anche propulsore di forza tenacia dall’altro. La sua dedizione alla causa del ricordo e della verità si è tradotta, infatti, nell’enorme e costante lavoro che da anni porta avanti con impegno e passione  nelle sue pubblicazioni.
Come per la Shoah e altre tragedie simili, anche nel caso delle foibe, i sopravvissuti, prima in lotta per la propria sopravvivenza, ora diventano combattenti del ricordo. Un ricordo che va mantenuto vivo e tramandato, affinché ciò che è stato non si ripeta mai più.

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