Un altro pezzo di storia affiora dal Benaco

A Toscolano, a 130 metri di profondità, rinvenuta la carcassa di una “gabarra”, nave da carico di fine'800, forse utilizzata per il trasporto verso la Valle delle Cartiere.

(red.) Il Garda continua a riservare sorprese e restituire pezzi si storia. Il 2012 si era chiuso con il ritrovamento, in dicembre, del “Duck”, il mezzo anfibio americano affondato con 25 militari della 10th Mountain Division, la decima Divisione di Montagna, colato a picco il 30 aprile del 1945 al largo di Riva del Garda.
Anche il 2013 non ha voluto farsi mancare il “suo relitto”, sabato, il nucleo Sommozzatori del Gruppo Volontari del Garda ha rinvenuto sul fondale al largo del porto di Toscolano, nel Bresciano, i resti di una “gabarra”, grossa imbarcazione priva di propulsione utilizzata per il trasporto di merci sul Benaco fino alla metà del secolo scorso. Il relitto in legno, di certo meno importante a livello storico rispetto al “Duck”, è di notevoli dimensioni (20 x 4 metri) e si trova in buono stato di conservazione a 130 metri di profondità.
Dallo stato e dalle caratteristiche costruttive si può ipotizzare che lo scafo sia stato costruito tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, e la sua stazza fa pensare che fosse adibito al trasporti di notevole entità, di carattere industriale, ma anche militare in tempo di guerra. Dato che non possedeva vele o motori, questo tipo di battello era trainato da piroscafi per tutto il tragitto e, di norma, era governato da un solo marinaio.
Stando alle prime, seppur sommarie, considerazioni fatte analizzando le immagini, sembra che gli accessori in metallo non siano stati rimossi. Ciò porta ad escludere l’affondamento intenzionale, rendendo quasi certa l’ipotesi del naufragio. Infatti, all’epoca, era impensabile disfarsi di un natante non più riparabile senza prima provvedere con la rimozione degli accessori più costosi.
Dato il luogo del ritrovamento, al largo del porto di Toscolano, si può altresì supporre che la gabarra servisse per il trasporto di materie prime e prodotti lavorati da e per la Valle delle Cartiere. Inoltre, il fatto che all’interno non ci sia traccia dell’eventuale carico fa pensare che trasportasse appunto prodotti cartacei, certamente distrutti dal tempo.

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