Los Roques: “Il cellulare di Elda squillava”

Un amico dei 4 italiani scomparsi a bordo del bimotore in Venezuela, il 6 gennaio, chiamò i telefonini e quello della donna bresciana risultava ancora acceso.

(red.) Il piccolo aereo da turismo con a bordo quattro italiani è scomparso nel nulla venerdì mattina, mentre era diretto, da Los Roques a Caracas.
Domenica 6 gennaio, però,  alle 10,30 da Londra, un amico dei quattro connazionali che si trovavano a bordo del velivolo ha provato a chiamare tutti e quattro i cellulari. Quello di Elda Scalvenzi, moglie di Guido Foresti, la coppia di bresciani di Pralboino che era in viaggio con Vittorio Missoni e la compagna di quest’ultimo, Maurizia Castiglioni, ha fatto registrare una decina di squilli a vuoto, poi è scattata la segreteria telefonica. Nessuno ha risposto. E’ quanto si legge in un articolo pubblicato sul settimanale ‘Oggi’.
“Quello di domenica 6”, osserva il settimanale, “è il secondo segnale di vita telefonico nel nuovo mistero di Los Roques: alcune ore dopo la scomparsa dei quattro, infatti, Pietro, il figlio maggiore dell’industriale bresciano Guido Foresti, ha ricevuto nel cuore della notte di sabato 5 gennaio un sms dal cellulare del padre Guido: ‘Sono di nuovo contattabile. Chiama ora’. Aumenta quindi il sospetto”, conclude il rotocalco, “che l’aereo con Vittorio Missoni non sia caduto, ma sia stato dirottato”.
E se questa novità parrebbe riaccendere le speranze di ritrovare ancora in vita i quattro italiani, a dubitare che ciò sia possibile è proprio uno dei familiari, Luca Missoni, fratello di Vittorio, che si è recato in Venezuela per seguire da vicino le indagini. Di ipotesi ce ne sono tante”, ha detto il fratello dello stilista, “tecnicamente è possibile che l’aereo sia andato giù in 40 secondi”. Per questo, ha ribadito Luca Missoni, bisogna continuare a scandagliare le profondità dell’oceano per trovare una soluzione al mistero dell’Islander svanito nei cieli del Mar dei Caraibi, nove giorni fa.
Intanto, dopo la novità emersa nelle ultime ore,  è stata avviata un’inchiesta della Procura di Roma, che ha attivato per competenza territoriale le Procure di Brescia e Milano.
Quattro persone, intanto, sono finite agli arresti domiciliari, per ordine del giudice  José Gregorio Morales, titolare dell’inchiesta venezuelana. L’unica compagnia autorizzata dall’Inac, infatti, a fare voli nella tratta Maiquetia (Caracas)-Los Roques sarebbe Aerotuy, e non la Transaéreos 5074, a cui apparteneva l’Islander scomparso.
Non si interrompono, poi, le ricerche ad opera della squadra italo-venezuelana. Ad affermarlo il ministro dell’Interno venezuelano, Nestor Reverol. “Continueremo con queste operazioni come un governo responsabile, in linea con le norme internazionali dell’aviazione civile”, ha dichiarato, aggiungendo che nelle ricerche sono impegnate 425 persone, inclusi 29 sommozzatori, 10 aerei e 6 navi. Da parte sua, l’ambasciatore d’Italia a Caracas, Paolo Serpi, ha ringraziato le autorità venezuelane e ha annunciato che ai primi di febbraio arriverà un nave per cercare anche i resti dell’altro aereo scomparso sempre il 4 gennaio ma del 2008 nella stessa zona e a bordo del quale si trovavano 8 italiani.

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