Staminali, a breve le cure per la piccola Celeste

Secondo indiscrezioni, la bambina potrebbe arrivare al Civile già nella giornata di venerdì, insieme ai genitori e al pediatra Andolina che la segue.


(red.) E’ imminente la ripresa delle infusioni di cellule staminali adulte a Celeste, la bimba veneziana di due anni malata di atrofia muscolare spinale, in cura al Civile di Brescia.
I medici non escludono che i genitori con la piccola, assistiti dal pediatra Marino Andolina, possano varcare la soglia degli Spedali Civili di già nella giornata di venerdì 24 agosto. Ad accelerare la ripresa della terapia, disposta  mercoledì 22 agosto dal giudice Margherita Bortolaso, anche la comunicazione del Ministero della salute che ha fugato i timori, espressi da Andolina, di una contaminazione dei campioni di cellule conservati nella struttura sanitaria lombarda.
”Ho programmato di andare a trovare la piccola a casa sabato prossimo”, ha confermato Marino Andolina, il pediatra in pensione che ha seguito il caso di Maria Celeste prima a Trieste e poi a Brescia, “ma non è detto che non la possa vedere prima, se verràchiamata dai sanitari bresciani”.
La decisione provvisoria del Tribunale del lavoro di Venezia, in attesa della nuova udienza del 28 agosto, ha rimesso in moto l’intera macchina sanitaria approntata per la bimba.
”Il direttore generale degli Spedali Civili di Brescia Cornelio Coppini”, ha sottolineato Andolina, “ha ricevuto ieri (mercoledì, ndr.) a pranzo la sentenza del giudice e ha dato ordine di richiamare tutti dalle ferie e di eseguire la terapia immediatamente”.
C’è comunque un’incognita dietro l’angolo della speranza. ”Abbiamo notizia da ispettori dell’Aifa che le cellule sono state tolte più volte dall’azoto liquido”, ha denunciato il pediatra, “e questo, se non è stato fatto con le dovute precauzioni, molto rapidamente, potrebbe averle danneggiate. Se fosse accaduto”, ha continuato, “sarebbe una tragedia: il rischio è modestissimo, ma noi vogliamo avere la certezza di iniettare cellule vitali e con garanzia di sterilità alla bambina”.
Secca la replica, a stretto giro di posta, del Ministero della salute. La visione dei campioni, si precisa, durante l’ispezione ”è stata effettuata con le dovute precauzioni e in conformità alla buona pratica di laboratorio e alle norme tecniche in ambito criobiologico, al fine di garantire il mantenimento delle caratteristiche biologiche e funzionali delle cellule congelate”.
Andolina ha voluto però togliersi un altro sasso dalle scarpe. A non andargli giù è l’accusa che la struttura ospedaliera di Brescia non risponda pienamente ai requisiti di natura igienica imposti da questo tipo di terapie. ”E’ uno degli ospedali più belli che abbia mai visto”, ha contrattaccato, chi ha detto che è sporco non ha fatto una leggerezza ma ha compiuto un crimine”.

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