Clonavano carte di credito, sgominata banda

L'organizzazione era fatta soprattutto di rumeni, ma aveva ramificazioni in tutta Europa. In Italia, operava tra Milano, Monza e Brescia.

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(red.) Clonavano carte di credito: sgominata un’organizzazione attiva anche a Brescia.
Sono 50, di cui circa 30 finite in carcere, le persone indagate, quasi tutte rumene, nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla polizia postale di Milano e coordinata dalla Procura che ha permesso di smantellare un’organizzazione internazionale dedita all’uso fraudolento di carte di credito.
Le indagini, durate 18 mesi, oltre a una raffica di arresti, tra i quali quello del ‘capo’ catturato in Spagna e estradato il 9 agosto, hanno portato a ricostruire la tecnica usata dall’associazione con ramificazione in tutto il mondo e che solo in Italia avrebbe manomesso 30 sportelli bancomat con introiti illeciti che si aggirano attorno ai 10.000 euro al giorno per circa un anno e mezzo.
In sostanza gli ‘esperti’, in gran parte del distretto di Craiova in Romania, dopo aver asportato uno sportello, sono riusciti a crearne alcuni ‘ad hoc’ applicando a quelli già esistenti tastiere, bocche per inserire la tessera, telecamere e altro, con lo scopo di clonare le tessere bancomat di utenti ignari e che nel giro di poco tempo si sono ritrovati il loro conto corrente alleggerito. L’organizzazione, attiva in Italia tra Milano, Monza e Brescia, era dotata, accanto a laboratori scoperti in Lombardia, anche di una fabbrica clandestina, sempre a Craiova, dove veniva prodotto tutto il materiale necessario per manomettere gli sportelli.
Materiale che spedivano in giro per il mondo ai vari componenti dell’organizzazione guidata da un esperto nel settore informatico di 34 anni al quale sono stati trovati peraltro uno yacht e appartamenti a Londra e in Romania. I soldi prelevati illegalmente venivano, inoltre, nascosti in pacchi contenenti merci di qualsiasi tipo – in un caso un tapis roulant – e poi inviati in Romania attraverso corrieri. Il gruppo era attivo anche in Spagna, nel Regno Unito, a Santo Domingo, negli Stati Uniti e in molti altri Paesi esteri. La polizia postale ha infatti lavorato in collaborazione con colleghi di varie nazioni europee.

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