Sonico, il fiume Oglio impensierisce ancora

Dopo la riapertura della Ss 42, chiusa a seguito della frana, i timori si concentrano sui detriti caduti nel fiume. Stagione estiva compromessa: - 40% di prenotazioni.

(red.) Non cessa lo stato di emergenza nei territori di Sonico e Malonno (Brescia), dove, venerdì sera, si è staccata un’ampia frana che ha costretto alla chiusura della statale 42.
A preoccupare sono ancora le condizioni del fiume Oglio, dove si è riversata gran parte del materiale staccatosi dalle pareti della montagna.
Nonostante il grande lavoro svolto sabato e domenica da Protezione Civile, Vigili del fuoco, Anas, impegnate tutto il giorno a rimuovere più di 300mila metri cubi di fango, consentendo la riapertura della strada statale, e nonostante sia stata revocata anche l’ordinanza di evacuazione di 11 cittadini di Sonico e 4 di Malonno, il rischio di esondazione del fiume non è del tutto scongiurato.
Altre rocce si sono infatti staccate ed altra acqua si è riversata in valle. Ad impensierire anche le condizioni meteo dei prossimi giorni che annunciano possibili temporali e rovesci sui rilievi.
A Sonico, dove la frazione di Rino era rimasta isolata nei collegamenti e anche nei servizi, a causa del crollo di un ponte di collegamento, la situazione sta pian piano ritornando alla normalità, mentre a Malonno si teme il formarsi di una nuova diga.
La paura si concentra dunque sull’alveo dell’Oglio, che, pieno di detriti, potrebbe tracimare a seguito di altri smottamenti. Fondamentale è dunque la pulizia del corso d’acqua dai materiali presenti, così che non si formi “un tappo” nel punto di confluenza tra il torrente “Rabbia” ed il fiume stesso.
Regione Lombardia ha stanziato 150mila euro per l’emergenza, ma per riportare la sitauzione alla normalità e per la messa in sicurezza della montagna occorrono altri fondi, quantificati in qualche milione di euro.
Tra le opere da ripristinare il ponte di collegamento con Rino, caduto sotto la frana. Al momento è stato costruito un passaggio temporaneo, una sorta di guado attraverso il quale le persone possono attraversare il corso d’acqua.
La situazione ha provocato anche conseguenze sulla stagione estiva in corso: decine sono state infatti le disdette di prenotazione sia nei due centri colpiti dallo smottamento, sia a Ponte di Legno e Temù.
Secondo gli operatori turistici, lo smottamento ha causato una riduzione dei soggiorni di circa il 40%.

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