Angolo, ucciso dall’ex della sua fidanzata

Per l'omicidio di Claudio Inversini, freddato con un colpo di pistola, fermati due uomini: un 25enne di Artogne, Antonio Franzini e un 33enne di Darfo, Sergio Bianchini.

(red.) Una serata a vagare da un locale all’altro, forse anche bevendo troppo. Con un pensiero fisso in testa, lei che lo aveva lasciato e frequentava un altro. Poi la decisione di aspettarli sotto casa al loro rientro. Un litigio, qualche insulto, magari anche l’effetto dell’alcol e forse della droga. E poi un colpo solo in faccia, davanti alla sua ex.
Non restano molti dubbi sul dramma della scorsa notte a Angolo Terme, piccolo comune della Valcamonica, nel Bresciano, dove un giovane di 33 anni, Claudio Inversini, è morto ucciso con un colpo di pistola sparato in pieno volto, mentre tornava casa con la fidanzata, che lavora in un night della zona. I carabinieri hanno fermato quasi subito l’ex della giovane, Antonio Franzini, 25 anni, e un suo amico di 33, Sergio Bianchini, che sembrerebbe comunque coinvolto solo in parte nell’omicidio. Conosceva Franzini da poco più di un mese e martedì avevano trascorso la serata con lui senza intuire cosa l’amico avesse in testa, né che avesse con sé la pistola.
Alle 2 di notte di notte i due amici sono arrivati a bordo di una Seat Ibiza nella frazione Mazzunno, di Angolo Terme, dove abita Inversini.
Dopo qualche minuto in piazza San Giacomo è entrata anche la vettura con a bordo la ragazza, Erika, milanese di 28 anni, Claudio e un cugino. A questo punto le versioni contrastano un po’, ma convergono invece su alcuni punti cardine ovvero che la ragazza e il cugino sarebbero scesi dalla vettura mentre Inversini avrebbe parcheggiato più avanti e trovandosi solo con il rivale e il suo amico.
Qualcuno ha raccontato di aver sentito delle urla, un litigio. Poi lo sparo. La ragazza ha gridato disperata chiedendo aiuto e in strada sono scesi anche i familiari del 33enne.
Inversini viene soccorso mentre è ancora agonizzante, ma è poi deceduto appena trasportato all’ospedale. Ad ucciderlo un colpo calibro 7.65.
Franzini e l’amico sono quindi fuggiti a piedi. Sembra anche, secondo quanto emerso, che i familiari infuriati abbiano preso a calci e martellate la vettura rimasta sul posto.
I carabinieri, dopo poco, sono riusciti a fermare i due sospettati, ma dell’arma del delitto nessuna traccia.
Franzini e Bianchini, hanno riferito gli inquirenti, sono rinvenuti in stato confusionale, forse a causa dell’alcol o della droga o di un mix di entrambi, tanto da non riuscire neppure a stare in piedi quando vengono portati in caserma. Il movente va cercato nella gelosia e nella follia che, forse uniti anche a sostanze hanno armato la mano del giovane ex fidanzato, che non si rassegnava alla fine della sua storia d’amore con la ragazza del suo “rivale”.

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