Brescia, scoperto traffico di “Sim fantasma”

Centinaia di schede telefoniche intestate ad ignari cittadini. 23 persone denunciate per illecito trattamento di dati, accesso abusivo a sistemi informatici e truffa.

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(red.) Nei giorni scorsi il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Brescia ha concluso un’ indagine, denominata “Ghost Sim” nei confronti di numerosi rivenditori di servizi di telefonia che, nel corso del tempo, hanno attivato centinaia di Sim card prepagate, utilizzando illecitamente i dati anagrafici di persone che nulla sapevano delle schede stesse.
Le indagini erano casualmente  iniziate dopo la scoperta che alcuni trafficanti di droga stavano utilizzando schede telefoniche intestate a soggetti che risultavano essere completamente estranei al traffico.
E’ stata così accertata l’attivazione fraudolenta di oltre 800 schede prepagate Vodafone intestate a 208 persone, che, sentiti dagli investigatori, hanno disconosciuto tali intestazioni e , in molti casi, presentato querela.
Gli accertamenti hanno portato alla luce l’esistenza di un vero e proprio “commercio” di dati anagrafici, che ha consentito ai titolari di decine di rivenditori, operanti nelle province di Brescia, Bergamo, Cremona e Trento, di attivare Sim card violando la normativa.
L’indagine ha portato alla denuncia alla Procura dellaRepubblica di Brescia di 23 persone per illecito trattamento di dati personali, accesso abusivo a sistemi informatici e truffa. Tre sono residenti a Brescia, altri in provincia nei comuni di Montichiari, Ghedi, Bagnolo Mella, Esine, Capriano del colle, Manerba, Prevalle, Calvagese Riviera, Malegno, 2 a Leno, Paderno Franciacorta, Manerbio, Cigole, Castenedolo, Desenzano, Gottolengo ed Edolo. Gli altri sono residenti : uno a Volongo (CR), uno a di Gera d’Adda (BG), ed uno a Trento. La quasi totalità dei denunciati è di nazionalità italiana (solo uno è di origine sudamericana).
Oltre all’azione penale in corso, appena concluse le indagini di polizia giudiziaria, il G.I.C.O. di Brescia ha irrogato sanzioni amministrative per quasi 5 milioni di euro a carico dei titolati dei predetti esercizi commerciali per la violazione del Codice della Privacy, avendo fatto uso indebito di dati “sensibili”.
Vodafone Italia, danneggiata anche economicamente dalla condotta degli spregiudicati rivenditori, avendo corrisposto loro provvigioni a fronte di attivazioni rivelatesi poi illecite, ha fornito piena collaborazione alle indagini e presentato a sua volta denuncia. Oltre a ciò la società ha rivisito le procedure interne al fine di meglio garantire il rispetto della normativa e, in generale, la correttezza dell’identificazione degli utilizzatori dei servizi di telefonia mobile.

 

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