Scoppio in via Marchetti, indagato il vicino

Il 40enne, ferito nell'esplosione in cui perse la vita una donna di 77 anni, secondo gli inquirenti avrebbe cercato di uccidersi saturando l'appartamento con il gas.

(red.) Un tentativo di gesto estremo, non una tragica fatalità. Questa l’origine dello scoppio che il 24 gennaio scorso ha provocato la deflagrazione in via Marchetti a Brescia, al “Campo Fiera”, in cui rimase uccisa  Teresina Terenza, 77 anni.
La Procura ha infatti iscritto nel registro degli indagati il 40enne che abitava la piano terra dello stabile, C.M., rimasto gravemente ustionato nell’esplosione.
L’uomo, una volta dimesso dall’ospedale dove era rimasto ricoverato per diverse settimane, si è presentato alla caserma dei carabinieri di piazza Tebaldo Brusato, per raccontare la sua versione dei fatti. Il 40enne ha riferito di aver aperto il rubinetto del gas e di averlo lasciato aperto. Quindi si sarebbe addormentato, ma al risveglio, intontito e dimentico di quanto fatto prima, avrebbe acceso una sigaretta che ha poi provocato lo scoppio violentissimo.
L’anziana signora rimase uccisa nella deflagrazione, il 40enne riportò gravi ferite  e 13 famiglie vennero sfollate dallo stabile, dichiarato inagibile. Una tragedia che avrebbe potuto avere conseguenze ancora più gravi.
Il 40enne è stato indagato per omicidio colposo, ma le sue dichiarazioni spontanee, rilasciate in caserma senza la presenza di un legale, non hanno valore ai fini processuali. E’ stato quindi riconvocato dal pm martedì pomeriggio, assistito da un avvocato, ma ha preferito non rispondere alle domande degli inquirenti.
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