Omicidio Ionut, chiesti i domiciliari per Manca

(red.) Chiesti gli arresi domiciliari per Luciano Manca, il 51enne che lo scorso 26 ottobre sparò un colpo di fucile una casetta del campo nomadi di Calcinatello (Brescia) uccidendo il 18enne romeno Ionut Iamandita.
L’istanza è stata presentata dal suo legale al Riesame, allegandovi anche la perizia psichiatrica di parte eseguita sull’indagato, reo confesso, detenuto nel carcere di Canton Mombello.
Secondo lo psichiatra Manca soffrirebbe di una profonda depressione a seguito della morte della figlia Francesca, stroncata da un’overdose alla Fascia d’Oro di Montichiari, nel settembre dello scorso anno.
La giovane, come aveva appurato il padre, acquistava la droga proprio al campo nomadi dove l’uomo, per vendetta, si era recato e aveva sparato un colpo di arma da fuoco in segno di avvertimento. Il proiettile aveva però colpito il giovane rom, deceduto dopo pochi giorni al Civile di Brescia.
Secondo la relazione sulle condizioni psichicge del 51enne, l’uomo, al momento del raid a Calcinatello, sarebbe stato in condizioni di ridotte capacità di intendere e di volere.
Tra le motivazioni allegte alla richiesta di domiciliari  (nella casa della sorella in Sardegna, terra d’origine di Manca) anche la assenza di elementi che possano farlo ritenere socialmente pericoloso e che farebbero cessare dunque, secondo la difesa, le esigenze di custodia cautelare in carcere. La stessa istanza è stata rigettata qualche giorno fa dal dal gip Francesco Nappo e dal pm Leonardo Lesti.