Giro di fatture false da 170 milioni di euro

La Guardia di Finanza di Pisogne ha scoperto due società "cartiere" del settore dei metalli ferrosi attive tra 2006 e 2011. Trentatrè le persone indagate.

(red.) La provincia bresciana ancora protagonista di un giro di fatturazioni false con cifre da capogiro.
Dopo i casi delle scorse settimane, con la notizia di un recupero di quasi 23 milioni di euro da parte dell’Agenzia delle Entrate  di Brescia con l’elusione messa in atto da un’azienda attraverso tre operazioni ad alto contenuto finanziario realizzate con controparti estere in modo da ingannare il fisco, dopo quello della maxi evasione da 122 milioni di euro di un’azienda di San Marino che si avvaleva di agenti di commercio bresciani e dopo la scoperta di un’evasione fiscale da 19 milioni di euro massa in piedi da un’impresa edile di Rovato, balza ora agli onori delle cronache un altro episodio in Valcamonica, tra Bienno, Pisogne e Vallio Terme.
In questo caso si parla di una “voragine” da 170 milioni di euro, denaro che sarebbe stato eluso alle casse dello Stato attraverso fatture false emesse da due aziende “cartiere” fra il 2006 e il 2011.
Lo hanno scoperto i finanzieri della Tenenza di Pisogne che hanno rilevato come due imprenditori, M.F, originario di Bienno, e S.M., originario di Pisogne, avevano messo in piedi due società “cartiere”, operanti nel settore dei rottami ferrosi, con sedi nei due paesi bresciani. Attività che si è avvalsa anche dell’appoggio del titolare di un’impresa di autotrasporti di Vallio Terme, che ha falsamente attestato diversi di trasporti di rottami (mai avvenuti).
Dagli accertamenti delle fiamme gialle risulterebbero coinvolte una trentina di imprese, tutte operanti nel settore dei metalli ferrosi.
Per cercare di sfuggire ai controlli del fisco le due società “cartiere” hanno subito aperture e interruzioni di attività.
L’attività della Gdf ha consentito di accertare che, durante il periodo analizzato, sono state emesse fatture false per 170 milioni di euro e un’evasione dell’Iva per 600 mila euro.
Trentatré i soggetti deferiti all’autorità giudiziaria, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di reati fiscali, emissione e annotazione di fatture false, frode fiscale.

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