Brescia, riciclaggio auto: 11 arresti

L'operazione "Pollicino" della Compagnia di Chiari ha stroncato un'organizzazione criminale dedita ai furti di mezzi che venivano poi acquistati da carrozzerie compiacenti.

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(red.) L’hanno intitolata “Pollicino” come il celebre racconto dei fratelli Grimm, ma in questo caso le tracce  non erano costituite da piccoli pezzi di pane, ma da auto, mezzi e furgoni che venivano “rapiti” e per i quali veniva poi chiesto un “riscatto”.
E’ il nome dell’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Brescia che ha portato all’arresto di 11 persone e ad indagarne altre 30, per associazione a delinquere finalizzata ai furti di auto, alla ricettazione, al riciclaggio e alle estorsioni in Lombardia e Veneto.
Le manette sono scattate dopo un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura di Brescia.
Nell’operazione, condotta dalla Compagnia di Chiari sono state arrestate 11 persone e recuperate oltre 50 vetture.
Gli stessi arrestati, inoltre, in molteplici episodi, avrebbero anche esercitato attività estorsive, il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’, con le quali costringevano i legittimi proprietari alla consegna di una somma di denaro per poter riavere l’auto rubata.
L’organizzazione criminale, inserita nelle province di Brescia e Bergamo, era specializzata nel furto di autovetture, e collegata ad una vasta rete di ricettazione con il coinvolgimento di carrozzerie compiacenti (il titolare di una delle quali è stato arrestato) disposte ad acquistarle e a riciclarne i pezzi sul mercato clandestino.
Rubava soprattutto auto cui il proprietario lasciava le chiavi nel cruscotto anche solo per pochi minuti la banda di ladri e ricettatori, tutti italiani, sgominata dai carabinieri di Brescia. Ma i militari hanno anche documentato il furto di camion e addirittura di un tir che trasportava una gru.
Le auto venivano rubate e poi lasciate per giorni in parcheggi sempre molto frequentati; spesso le chiavi venivano nascoste sulle ruote degli stessi mezzi. Le vetture finivano poi in carrozzerie compiacenti che ne riciclavano i pezzi oppure venivano restituite ai legittimi proprietari, previo il pagamento di ingenti somme di denaro: almeno 5 mila euro per auto di grossa cilindrata.
Nel corso dei pedinamenti effettuati nell’ambito delle indagini, partite all’inizio del 2011, i militari sono arrivati a percorrere anche 500 chilometri al giorno per seguire le mosse di ladri e ricettatori tra le province di Brescia e Bergamo, ma anche di Cremona e Venezia.
Prezioso l’uso di intercettazioni ambientali e localizzatori satellitari.
Quattro gli indagati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione e riciclaggio di auto ed estorsione: Andrea Giffanti, 48 anni, di Villongo (Bergamo), Bruno Facchinetti, 62 anni di Lovere; Massimo Camotti, 40enne di Calcinate e residente a Clusane d’Iseow Mauro Redondi, 45 anni, di Costa Volpino.
Tra gli arrestati, accusati a vario titolo, Luca Bellini, 39enne di Corte Franca; Massimo Ferrari, 38 anni, originario di Bussolengo (Verona) e domiciliato a Clusane d’Iseo; Claudio Giugno, 57 anni, di Brescia; Lorenzo Maggioni, 51enne di Marone; Italo Peluchetti, 59 anni, di Salò e Fulvio Vavassori, 48 anni, di Telgatenella cui abitazione gli investigatori hanno trovato una Ypsilon rubata ad Adro con targhe false e telaio contraffatto.
Fermato anche R. M., 40 anni, titolare di una carrozzeria a Travagliato, nella cui officina c’erano alcune parti di una Fiat Grande Punto rubata a Bedizzole e di una Golf sottratta alla legittima proprietaria a Trenzano.
nel marzo scorso erano stati arrestati, sempre nell’ambito della medesima indagine, altre cinque persone: per estorsione erano finiti in manette Manolo Travella, 37 anni, di Calcinate e Oscar Corsini, 42enne di Darfo Boario, mentre, per ricettazione e riciclaggio, i fratelli Domenico ed Emanuel Franco, di 32 e 29 anni, di Brescia e un egiziano residente a a Milano.


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