Calcioscommesse, spunta il nome di Alberti

L'attaccante bresciano, 27anni, chiamato in causa dal portiere del Piacenza Carlo Gervasoni per la combine di Cremonese-Monza del 27 ottobre 2010.

(red.) Iscrivere tutti nel registro degli indagati e poi svolgere accertamenti per verificare la consistenza di quanto ‘il Gerva’, al secolo Carlo Gervasoni, giocatore del Piacenza, ha raccontato sul mondo delle scommesse truccate nel mondo del calcio che l’hanno portato in carcere nell’inchiesta della Procura di Cremona.
E’ questa la strategia, di fatto obbligata, del procuratore Roberto di Martino il quale, a quanto si è saputo, aggiungerà una quarantina di nomi tra calciatori, anche di Serie A e qualche dirigente di società minore al lungo elenco di indagati nel procedimento sul Calcioscommesse.
Gervasoni, nel suo interrogatorio del 27 dicembre scorso, ha fatto il nome di una quarantina di persone, alcune delle quali già note all’inchiesta, come l’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni, e spiega il meccanismo della ‘grande truffa’.
Tra questi “nuovi nomi” anche quello del bresciano Andrea Alberti, 27 anni, che ha debuttato in serie A contro la Roma a soli 17 anni ed ora milita nel Prato.
L´attaccante bresciano è stato indicato da Gervasoni come uno dei giocatori del Monza che avrebbero in qualche modo partecipato alla combine della partita Cremonese-Monza del 27 ottobre 2010 finita 3 a 2 per i brianzoli.
Gervasoni ha raccontato di partite di A, a cominciare da Palermo-Bari del Campionato 2010-2011, terminata 2 a 1 per il Palermo. Gegic, ex calciatore del gruppo degli ‘zingari’, ancora latitante, gli riferì che “erano stati corrotti i seguenti giocatori del Bari Padelli, Bentivoglio, Paris, Masiello Andrea e Rossi”. Per Lazio-Genoa, terminata 4 a 2, sempre Gegic gli raccontò di aver appreso che gli slavi si incontrarono con Zamperini, anch’egli arrestato, che poi li mise in contatto con Mauri della Lazio, mentre Milanetto del Genoa “interessò altri giocatori della sua squadra”. I fratelli Cossato, del Chievo, “in prossimità della partita Atalanta-Piacenza mi rappresentarono di avere dei contatti nel Chievo, in particolare Pellisier ed Eriberto”.
Sempre i fratelli Cossato gli avrebbero detto anche “che tra i loro referenti c’erano anche altri calciatori che in passato avevano militato nel Chievo per poi passare ad altre società. Tra questi Italiano il quale aveva confidato loro che il Padova aveva comprato la partita con l’Albinoleffe, alla fine del campionato anno 2009/1010”.
Poi altri giocatori dell’Albinoleffe: il portiere Narciso, Ruopolo, Conteh, Cellini. Narciso e Cellini rifiutarono la combine e i due coinvolsero Caremi. Nella partita successiva, con la Salernitana, fu coinvolto anche Serafini. Per Albinoleffe-Ancona sarebbero stati tre anconetani (Colacone, Turati e Mastonunzio) a prendere l’iniziativa e a farsi avanti offrendo denaro per vincere la partita.
Gervasoni ha fatto il nome poi di Cassano, portiere del Piacenza, di Rickler e Passoni del Mantova. In un’occasione, Passoni, secondo quanto riferito a Gervasoni da Cassano, “agì per conto del Mantova, in particolare del direttore sportivo Magalini”. Il calciatore ha citato anche Saverino, allora in forza alla Reggiana, e ha raccontato che venne interessato anche Stefani perchè‚ conosceva dei giocatori del Monza, per l’esattezza, Fiuzzi, Alberti e Iacopino.
Per Atalanta-Livorno fu Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, a raccontargli che “De Lucia e Perticone del Livorno si erano venduti la partita”. Tutti nomi il cui coinvolgimento potrà essere dimostrato o escluso con delle indagini che richiedono l’iscrizione nel registro degli indagati. Se emergeranno dati certi a carico loro saranno interrogati dal magistrato. Del resto, anche il gip Guido Salvini, nell’ordinanza con cui ha posto ai domiciliari l’ex calciatore Luigi Sartor, sottolineava l’esigenza di sentire numerose altre persone. Prossima tappa dell’inchiesta, l’interrogatorio di Cristiano Doni, l’11 gennaio.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di QuiBrescia, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.