Calcioscommesse: “No alle chiacchiere da bar”

Giancarlo Abete, presidente della Figc, ha stigmatizzato le indiscrezioni sui nomi di giocatori azzurri citati dagli indagati nell'inchiesta. "No a giudizi sommari".

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(red.) No ai giudizi sommari, ”per sentito dire”, su conversazioni intercettate al telefono che valgono ”meno delle chiacchiere da bar”, finchè non sono supportate da ”fatti nuovi, certi, provati”. Giancarlo Abete, ospite di Sky Sport 24 dalla sede della Federcalcio, ha commentato le indiscrezioni sulla seconda tranche dell’inchiesta ‘Last Bet’, così come trapelano dagli interrogatori degli indagati, dal portiere del Brescia Carlo Gervasoni ad Alessandro Zamperini.
Quando ha sentito che nell’inchiesta potevano finire tre calciatori del giro azzurro, descritti addirittura come ”malati di scommesse”, Abete ha provato ”un forte rammarico per le persone chiamate in causa. Bisogna salvaguardare l’immagine di questi professionisti, senza elevare a notizia chiacchiere che non meritano di essere definite nemmeno da bar. Bisogna stare attenti a salvaguardare l’immagine e il prestigio che alcune persone si sono costruite nel corso degli anni”.
Per questo il presidente ha voluto esprimere gratitudine alla procura di Cremona per aver precisato che ”scommettere non significa un coinvolgimento nelle combine”. Il procuratore Di Martino ha ”immediatamente chiarito i fatti, dando connotati comprensibili ad una notizia di rilievo”.
Già la scorsa estate, ”nel momento in cui la procura di Cremona prese i primi provvedimenti”, ha ricordato il presidente della Figc, “sapevamo che ci sarebbe stato il secondo tempo di una partita che mai avremmo voluto giocare”.
Infatti, ha sottolineato, ”i nomi oggetto d’indagine sono di persone già inibite, allontanate dal mondo del calcio (tra queste Cristiano Doni, ex Brescia ed ex capitano dell’Atalanta, agli arresti domicialiari in Alto Adige, ndr.) perchè nei mesi passati questi soggetti sono stati valutati e sanzionati dalla giustizia sportiva”.
Però, ha ricordato ancora Abete, ”la Procura federale può operare solo quando la magistratura gli mette a disposizioni delle risultanze penali, quindi bisognerà attendere che il procuratore federale abbia le carte per avviare l’inchiesta sportiva, peraltro già incardinata nei mesi scorsi”.
Potrebbero arrivare penalità per i campionati in corso?
”Teoricamente senz’altro sì, ma le responsabilità eventuali possono essere oggetto di un iter presso gli organi disciplinari solo quando ci saranno fatti certi e provati, non ‘per sentito dire’ in telefonate tra indagati. Al momento non vedo elementi sufficienti per dare giudizi”.

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