Giovanni Piamarta proclamato santo

Ufficializzati dal Papa i decreti di canonizzazione. Il sacerdote bresciano fondò alla fine dell'800 l'istituto "Artigianelli" e la Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth.

(red.) C’è anche padre Giovanni Piamarta, tra i decreti relativi ai processi di canonizzazione di sei nuovi santi, tra i quali la prima nativa d’America, la laica Caterina Tekakwitha, vissuta nel 17esimo secolo, e Barbara Cope, la terziaria francescana tedesca che negli Stati Uniti, ai primi del ‘900, era nota come “Mother Marianne of Molokai”.
Oltre al sacerdote bresciano, fondatore nel secolo scorso della Congregazione della Sacra Famiglia di Nazareth, anche futuri beati, tra i quali gli italiani Luigi Novarese, sacerdote diocesano, fondatore della Pia Unione dei Silenziosi operai della Croce, nato a Casale Monferrato, il 29 luglio 1914 e morto a Rocca Priora il 20 luglio 1984. Mons. Novarese durante la II guerra mondiale, incaricato presso la sezione esteri della Segreteria di Stato vaticana, seguiva tra l’altro il programma voluto da Pio XII per l’assistenza ai rifugiati nei conventi e strutture ecclesiastiche, sotto l’occupazione nazista.
Giovanni Battista Piamarta nacque a Brescia il 26 novembre 1841, i suoi genitori Giuseppe Piamarta e Regina Ferrari, erano di umili condizioni sociali, la sua adolescenza fu alquanto difficile, ma grazie al parroco di Vallio (Brescia) poté entrare nel seminario diocesano.
Pur avendo avuto difficoltà negli studi, poté essere ordinato sacerdote il 24 dicembre 1865; iniziò il suo ministero sacerdotale prima per tre anni a Carzago Riviera e poi a Bedizzole, quindi fu trasferito alla chiesa prepositurale di S. Alessandro in Brescia dove divenne direttore dell’Oratorio maschile.
Trascorsero così 13 anni di fecondo apostolato fra la gioventù bresciana, cogliendo risultati ammirabili e il rispetto dei suoi ragazzi. Nel 1883 il vescovo lo incaricò di reggere una parrocchia della “bassa bresciana” nel paese di Pavone Mella, fedeli da tempo trascurati, ma dopo quattro anni padre Piamarta rinunciò a questa parrocchia e tornò in città per dedicarsi a realizzare un’opera da tempo pensata.
Mentre era vicecurato a S. Alessandro di Brescia, aveva conosciuto un giovane, il sacerdote Pietro Capretti, e con lui aveva considerato l’abbandono spirituale e la perdita della fede, di tanti giovani, che confluivano in città per motivi di lavoro.
Venne acquistato sul Colle di S. Giulia un terreno dove furono riadattate alla meglio due umili casette; così nacque il 3 dicembre 1886 l’Istituto Artigianelli, messo sotto la protezione dei due santi della gioventù, Filippo Neri e Luigi Gonzaga; e per incarico del vescovo mons. Corna Pellegrini, il padre Giovanni Piamarte ne divenne il direttore.
Per una serie di contrattempi, in seguito il vescovo considerò l’opera poco sicura e quindi ne decretò la chiusura; padre Piamarta ascoltò in silenzio il suo superiore, ma poi deciso, dichiarò di voler continuare “Morrò qui dove sono, in mezzo ai miei giovinetti”, il vescovo sorpreso disse soltanto: “Andate e Dio vi assista”.
Da quel momento l’Opera gravò tutta sulle sue spalle, diventando esclusivamente ‘sua’ e il ‘padre’ di questa Istituzione, a cui dedicò tutta la sua vita.
Dal 1888 sul Colle di S. Giulia, la crescita degli “Artigianelli” non si fermò più, si moltiplicarono i fabbricati ed i laboratori e i giovani ricevettero una preparazione tecnica, supportata dalla perfezione dei macchinari e dalla competenza degli istruttori.
Il fondatore, si rese conto però, che anche nel campo agricolo, sussistevano gli stessi problemi, acuiti dall’incombente crisi dell’avvento dei nuovi sistemi di coltivazione, più razionali e scientifici, in contrasto con i vecchi metodi, che facevano abbandonare i campi a molti giovani.
Anche questa volta incontrò un altro dinamico sacerdote Giovanni Bonsignori, che patrocinò la fondazione di una Scuola Pratica di Agraria, per l’applicazione dei metodi razionali e la rivalutazione economica del settore agricolo; e nel febbraio 1895 acquistò a Remedello Sopra (Brescia) un podere di ca. 140 ettari con edifici, mentre il Bonsignori iniziò il suo lavoro nel mese di novembre dello stesso anno.
L’anno successivo uscì anche il primo numero de “La Famiglia Agricola”, un giornale illustrativo dell’Opera. Fece poi istituire una Famiglia religiosa, composta da sacerdoti, e da laici che guidassero l’educazione e l’istruzione professionale dei giovani, e di donne ausiliatrici che provvedessero ai compiti più confacenti al loro stato.
Non volle che fosse una Congregazione ma una ‘Pia Società’ di persone viventi in comunità con tutta la sostanza della vita religiosa, ma senza voti. Ne scrisse le Costituzioni approvate dall’Autorità diocesana il 25 maggio 1902 e lo stesso giorno il fondatore con il primo gruppo di sacerdoti, chierici, fratelli, emettevano nelle mani del vescovo diocesano la formula di consacrazione.
Nel 1900 iniziò anche l’esistenza delle “ausiliatrici”, inquadrate come Congregazione femminile nella Pia Società che, il 15 marzo 1911 nella Chiesa dell’Istituto Artigianelli in Brescia, assunse il nome di “Povere Serve della Sacra Famiglia di Nazareth”.
Padre Piamarte aveva 69 anni quando l’11 gennaio 1910 subì un primo attacco del suo male, che lo lasciò paralizzato per vari giorni, poi si riprese, ma cominciò in lui l’ansia di sistemare tutte le situazioni e poi un distacco progressivo dalle cose del mondo.
Un secondo attacco a sorpresa lo colpì nell’aprile del 1913, mentre si trovava a Remedello nella Colonia agricola, dove morì il 25 aprile. La sua salma, trasportata a Brescia, ebbe solenni funerali e fu tumulata nel cimitero Vantiniano, nella cappella della famiglia Capretti, dove era già sepolto l’antico amico Pietro.
Nel 1926 la sua salma venne traslata nella chiesa dell’Istituto Artigianelli; la sua Opera si è estesa anche all’estero, conta molte Case e centinaia di membri.
È stato beatificato da papa Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1997. La sua celebrazione è al 25 aprile.

 

 

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