Indiano ucciso, arrestato un connazionale

Ha un volto il killer di Bhupinder Singh, il 34enne indiano trovato in una valigia nella notte tra domenica e lunedì della scorsa settimana. Si tratta di un coinquilino.

(red.) Ha un volto il presunto killer di Bhupinder Singh, il 34enne indiano trovato in una valigia nella notte tra domenica e lunedì della scorsa settimana.
Gli inquirenti ne sono certi e hanno arrestato Sardara Singh, detto Sappi, un 36enne connazionale della vittima, che viveva con lui nell’appartamento di via Cremona in cui si è consumato il delitto, assieme ad altri quattro uomini.
L’uomo è stato rintracciato dai carabinieri in provincia di Bergamo, dove aveva tentato di trovare rifugio da alcuni amici indiani. Per coprire la propria fuga e non essere rintracciato, ha usato tre diverse schede telefoniche e ha anche contattato la fidanzata, una donna dell’Est, irregolare, che già in passato aveva picchiato e minacciato. Trentasei anni, Sardara Singh, avrebbe accoltellato il connazionale che stava dormendo nel proprio letto. Prima di impugnare il coltello ‘Sappi’, avrebbe però fatto sparire ogni traccia del suo passaggio nell’appartamento, forse preparandosi ad aggredire Bhupinder Singh: un borsone con i suoi effetti personali, senza residui di sangue, è stato ritrovato dai militari a pochi metri dal luogo del delitto, abbandonato in strada dopo la rottura della tracolla. Per questo, l’omicidio potrebbe essere aggravato dalla premeditazione.
Al momento del delitto, in casa c’erano tre persone, forse ancora in preda ai fumi dell’alcol dopo una serata di baldoria a base di whisky: il presunto assassino, la vittima e il titolare del regolare contratto d’affitto, costretto con la forza a tentare di occultare il cadavere. Oltre trenta i segni di arma da taglio riscontrati sul cadavere dall’autopsia. Oltre ad averlo colpito con un coltello, Singh, nella ricostruzione dei militari, ha infatti, tentato di disarticolare il cadavere con una mannaia per poterlo nascondere nella valigia.
Determinante la testimonianza di padre e figlio indiani che abitano a poca distanza dal civico 64: a loro Sardara Singh, ancora sporco di sangue, ha chiesto invano protezione. Un delitto che sarebbe scaturito dalla mentalità aggressiva unita alla forza fisica dello straniero, ”un personaggio pericoloso” per i militari di Brescia. Bevitore accanito, alla costante ricerca di denaro per sbarcare il lunario, riusciva solo a portare a termine qualche lavoretto di volantinaggio. Raramente, hanno raccontato i carabinieri, pagava la propria quota d’affitto.
“Non ha confessato”, ha dichiarato il comandante dei carabinieri di Brescia, il colonnello Marco Turchi , “ha, anzi, tentato in tutti i modi di sottrarsi alla cattura”. Il presunto movente è stato individuato nella difficile convivenza tra i coinquilini.
E’ in questo ambiente di degrado e di abuso d’alcol che sarebbero maturati i suoi intenti omicidi verso chi, forse, gli aveva rivolto una parola o un insulto di troppo. L’uomo doemnica sera è stato ascoltato dai carabinieri di piazza Tebaldo Brusato, poi è stato portato in carcere.

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