Estorsione e minacce al prete: “I soldi o ti sparo”

Un serbo di 40 anni voleva 3mila euro dal parroco di Pian Camuno, ma è caduto nella trappola dei carabinieri. Sul suo telefonino una sfilza di numeri di sacerdoti bresciani.

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(red.) Aveva deciso di vivere alle spalle del clero bresciano. Chiedendo, anzi, pretendendo soldi. Prima poche centinaia di euro, poi migliaia: “O ti sparo”.
La vicenda, che ha portato all’arresto di Dzemaijluka Uka, un serbo di 40 anni, ha avuto il suo epilogo nella parrocchia della Beata Vergine Maria di Pian Camuno, dove l’uomo è stato arrestato dai carabinieri. Sul suo telefonino una sfilza di numeri di preti, che gli inquirenti non sanno ancora in che modo siano stati da lui contattati.
Il prete di Pian Camuno, Don Vittorio, invece, Uka lo conosceva da un po’. Da quando, alcuni mesi fa, era andato da lui raccontando di gravi problemi economici, di una moglie e dei figli. Così il sacerdote aveva acconsentito a dargli i 100 euro che lui chiedeva. Stessa cifra consegnata anche durante un altro incontro, durante il quale il 40enne aveva detto di avere ancora gravi problemi.
Poi, per alcuni mesi, in parrocchia Uka non si era più visto. Fino a novembre, quando è tornato, chiedendo ancora soldi. Il prete, però, stavolta ha rifiutato: le offerte di questi tempi sono scarse e la gente da aiutare non manca. Il serbo non l’ha presa bene e, andandosene, ha detto al religioso che sarebbe stato contattato da “alcuni amici”.
Così è arrivata la telefonata che ha fatto correre il sacerdote dai carabinieri: “Dacci 3mila euro o ti spariamo”, ha detto una voce contraffatta che poteva essere quella dello stesso Uka o di un complice. Con i militari è stato allora deciso di far scattare la trappola: giovedì Uka è stato attirato in canonica con la promessa di ricevere denaro, ma ad aspettarlo, assieme a Don Vittorio e a una busta della parrocchia contenente 500 euro, c’erano i carabinieri, che ora indagano per capire se ci siano o meno state altre vittime.

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