Vobarno, cinesi-schiavi in laboratorio tessile

Lavoravano in condizioni disperati, e subivano sevizie fisiche e mentali per tre euro all'ora. I gestori dell'attività sono stati arrestati dalla Mobile.

(red.) Oltre a dover lavorare 14 o 15 ore al giorno in condizioni disumane, erano costretti a subire sevizie fisiche e psicologiche. La polizia di Brescia ha liberato da uno stato di semi-schiavitù 15 cinesi che lavoravano presso un laboratorio tessile clandestino con sede a Vobarno, in Valsabbia.
Gli operai percepivano un salario di tre euro all’ora e lo stabile in cui lavoravano, sigillato dalle forze dell’ordine, era in condizioni igienico sanitarie pessime e violava le più elementari norme di sicurezza. I padroni dell’attività, erano due coniugi pure cinesi di 40 e 35 anni. Ora sono stati arrestati. I loro tre figli, tutti minorenni, sono stati affidati ai servizi sociali.
Secondo le indagini della squadra mobile i capi prodotti erano destinati a un’azienda italiana. Le indagini proseguono.

 

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