Erika De Nardo: “Lasciate che viva in pace”

La ragazza del massacro di Novi Ligure, ormai 27enne, martedì lascerà la comunità Exodus di Lonato che l'ha ospitata per un certo periodo.

(red.) Erika De Nardo martedì lascerà la comunità Exodus di Lonato, in provincia di Brescia, per ricongiungersi con suo padre e iniziare una nuova vita. La ragazza, condannata insieme al fidanzato, Omar Favaro, per avere ucciso a coltellate, il 21 febbraio del 2001, la madre e il fratellino di 11 anni nella loro villetta a Novi Ligure, ha dunque terminato la sua pena.
“Caro don Mazzi”, ha scritto la 27enne in una lettera indirizzata al fondatore della comunità, letta dallo stesso sacerdote nel corso della trasmissione televisiva La vita in diretta, “come tu sai, ho deciso di lavorare con te per un certo periodo perchè sono contenta di continuare a maturare e ad aiutare gli altri. Continuerò il mio percorso comunitario e ti prego di dire ala stampa di non contattare nè me, nè la mia famiglia che merita un po’ di serenità, di lasciarla in pace”.
Don Mazzi ha anche aggiunto che la giovane è già libera da oggi, ma lascerà la comunità solo il 6 dicembre. “Spero che ad Erika venga lasciata la libertà per costruirsi una nuova vita”, ha detto il prete, “fuori dalla mia comunità c’é un assedio mediatico che non fa il bene di nessuno. Mi auguro che Erika mantenga gli impegni che ha assunto con la comunità e noi continueremo ad essere al suo fianco”.
Martedì, a prenderla a Lonato, arriva suo padre Francesco, l’ingegnere che sin dal giorno dell’arresto le è sempre stato accanto, nonostante la mostruosità di cui la figlia si è resa protagonista, e che non ha mai mancato una visita. Don Mazzi ha premesso che neanche Francesco De Nardo parlerà con la stampa e ha liquidato come ”cose del passato” le schermaglie apparse anche recentemente tra Erika e l’ex fidanzato Omar, con accuse reciproche per l’atteggiamento mantenuto in questi anni, su alcuni organi di stampa.
Per la ragazza di Novi Ligure si apre un percorso che, per sua volontà, si svolgerà nel volontariato, ”forse anche all’estero”, ha spiegato don Mazzi, ma sempre nell’ambito del progetto Exodus. Sarà una decisione sua e di suo padre trascorrere insieme e dove il Natale. Difficilmente nella villetta che fu scenario del massacro. In questi giorni, la casa in cui l’ingegner De Nardo aveva voluto tornare a vivere, dopo aver cancellato i segni dell’orrore, è rimasta chiusa.
Anche il padre di Erika sembra aver voltato pagina, andando ad abitare in campagna, a Basso Pieve, poco distante da Novi, forse con una nuova compagna.

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