Speleologa ferita riportata in superficie

Terminate le operazioni di soccorso di Anna Bonini, la 36enne bresciana rimasta intrappolata in una grotta a Serle. La donna ha trascorso due notti a 250 metri di profondità.

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(red.) Poco prima delle 7 di martedì è stata riportata in superficie Anna Bonini, la speleologa bresciana di 36 anni rimasta intrappolata, perchè‚ ferita, da domenica pomeriggio in una grotta sull’altopiano di Cariadeghe.
Le operazioni di salvataggio erano cominciate nel secondo pomeriggio di domenica. La donna, le cui coindizioni non sono preoccupanti, era a 250 metri di profondità.
”Sono stati i miei eroi, con loro non ho mai avuto paura, grazie a tutti quelli che mi hanno aiutata e salvata”. Lo ha detto Anna Bonini, appena uscita alla luce del sole dopo due notti trascorse nel buio della grotta.
La donna è stata subito fatta salire su un’ambulanza e portata all’ospedale piu’ vicino. ”Io mi sento bene, certo sono un po’ frastornata”, ha detto Anna, che nella caduta si è fratturata due ossa della caviglia sinistra,”in tutte queste ore però mi sono anche riposata, hanno fatto tutto loro”.
Anna ha poi aggiunto che ora vuole solo riprendersi, tornare al suo lavoro, ai genitori e al fidanzato. Alla domanda se continuerà con la sua passione di speleologa ha risposto: ”Adesso sono un po’ spaventata, ma credo di sì, certo, è la mia passione, è vero ho avuto un incidente ma chi cade deve rialzarsi e continuare”.
Nemmeno lunedì i volontari del Soccorso alpino sono riusciti a portarla in superficie. Dunque la speleologa, che ha riportato una frattura biossea della caviglia sinistra, ha dovuto attendere fino all’alba di martedì, quando i soccorsi hanno portato  a termine le operazioni di salvataggio.
Naturalmente trasportare una barella in un cunicolo stretto, umido e ripido richiede un po’ di tempo. Sono già state utilizzate delle microcariche di esplosivo per allargare i punti più stretti per agevolare il passaggio. La ferita, comunque, non è da sola. Accanto a lei ci sono circa una quarantina di persone che si alternano, tra i quali sempre un medico. Il quartier generale delle operazioni si è insediato davanti al piazzale di una trattoria della zona.
La grotta ‘Omber en banda del bus del zel’ che in dialetto bresciano significa ‘grotta vicino al buco del gelo’, si trova all’interno del Monumento Naturale Altopiano di Cariadeghe, sito di importanza comunitaria che occupa la porzione nord-occidentale dell’omonimo massiccio calcareo nel comune di Serle, piccolo paese situato a circa 20 km da Brescia in direzione del Lago di Garda.
Si tratta di tipico altopiano carsico dove l’acqua nella roccia ha creato morfologie del tutto particolari. Le doline (valli) costituiscono l’elemento del paesaggio più diffuso e più rappresentativo di Cariadeghe: sono depressioni del terreno di varie dimensioni e profondità. Al fondo o sui versanti di alcune doline si aprono cavità percorribili dagli speleologi spesso costituite da veri e propri pozzi verticali.

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