Permessi facili, indaga la procura

Sull'esistenza di una presunta organizzazione che ha agito per far ottenere, in tempi rapidi e a volte senza i requisiti, i certificati per la regolarizzazione degli immigrati.

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(red.) Prosegue l’inchiesta della Procura di Brescia sul caso “permessi facili”.
Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi, stanno verificando l’eventuale esistenza di un’organizzazione che, a più livelli, si sarebbe adoperata per far ottenere, in via rapida e anche quando non sussistevano le condizioni, i certificati per il permesso di soggiorno.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata soprattutto sul decreto flussi del 2007 e alla cosiddetta sanatoria per “Colf e badanti” del 2009.
Analisi in corso anche presso lo sportello unico immigrazione di via Lupi di Toscana a Brescia. Il 24 giugno scorso l’ex direttore, Giuseppe Mongelli, responsabile dell’ufficio dal 2007 al 2011, è stato raggiunto da un avviso di garanzia per reati connessi alla contraffazione di documenti. Atto dovuto per procedere alle perquisizioni e al sequestro di materiale.
Le recenti polemiche e proteste portate avanti dall’associazione “Diritti per tutti” e dagli immigrati per la lentezza nell’espletazione delle pratiche burocratiche relative ai permessi erano state respinte al mittente con la motivazione di una necessaria scrupolosità nel vaglio delle domande onde evitare, appunto, il rischio di errori, e anche di abusi, nelle regolarizzazioni.
E’ emerso anche che la procura di Brescia ha effettuato una perquisizione nello studio di un avvocato di Brescia e che sarebbero 300 le persone denunciate nell’ambito dell’inchiesta.

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